I rifiuti edili tra end of waste ed economia circolare

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Il settore delle costruzioni contribuisce a generare tra il 5 e il 12% delle emissioni di gas serra e consuma il 35% delle risorse nella fase di produzione di rifiuti. Proprio per questo motivo, i rifiuti edili e la loro destinazione continuano ad essere un argomento di particolare interesse sia per il governo nazionale che per quello europeo.

L’ultima novità a livello normativo è rappresentata dal Programma Nazionale per la Gestione dei Rifiuti (PNGR). Si tratta di uno strumento strategico per Regioni e Province nella pianificazione della gestione dei rifiuti. Approvato lo scorso giugno e valido per tutto il periodo 2022-2028, contiene importanti implicazioni per le imprese e i professionisti dell’edilizia. Tra le tipologie di rifiuti individuate dal Programma, infatti, compaiono i “rifiuti inerti da costruzione e demolizione”. Anche questi dovranno quindi essere gestiti seguendo gli obiettivi che hanno ispirato il PNGR: contenere gli sprechi e promuovere il riciclo e il recupero dei rifiuti.

End of waste: cosa succede ai rifiuti inerti da costruzione e demolizione  

La quantità stimata di rifiuti edili in Italia è di circa 70 milioni di tonnellate. Con l’aumento degli interventi di ristrutturazione e riqualificazione, incoraggiati da Superbonus ed Ecobonus, queso numero è destinato a salire. Prevedere una strada alternativa per il loro riutilizzo è quindi doveroso. L’Italia si sta muovendo già piuttosto bene in questo senso: secondo l’ultimo monitoraggio dell’ISPRA, il 78% dei rifiuti edili viene recuperato. Per poter essere recuperati, i materiali edili devono però soddisfare alcune condizioni: 

  • poter essere utilizzati per scopi specifici;
  • avere un mercato di riferimento;
  • rispettare la normativa e gli standard esistenti;
  • non avere impatti negativi sull’ambiente o sulla salute delle persone.

I rifiuti da costruzione e demolizione come cemento, mattoni e mattonelle possono essere utilizzati in modi e con finalità diverse:

  • come aggregato per il calcestruzzo;
  • per la realizzazione di opere di ingegneria civile;
  • nelle pavimentazioni stradali.

Le azioni a monte: come contenere la produzione di rifiuti edili

Il settore delle costruzioni è fortemente incoraggiato dalla normativa europea e nazionale al rispetto dei principi di circolarità e sostenibilità. Prima di ragionare su come recuperare gli scarti dell’edilizia è allora opportuno interrogarsi su come ridurne la produzione. Una strategia possibile è il Design for Longevity. Progettare soluzioni durature, utilizzando materiali durevoli e robusti, permette di ridurre i costi di manutenzione. Materiali migliori per costruzioni più longeve nel tempo. A questo concetto si affianca quello del Design for Deconstruction. Costruire soluzioni reversibili, con elementi tecnici che possano essere de-costruiti, utilizzando materiali e componenti che possano essere recuperati nelle fasi di manutenzione e dismissione dell’edificio. 

Fonti: Teknoring.com, Lentepubblica.it, Immobiliare.it, Edilportale.com

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