Il crollo del viadotto sulla A19, ennesimo disastro annunciato

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La settimana scorsa il crollo di due piloni del viadotto Himera sull’autostrada A19, che collega Palermo e Catania, ha letteralmente diviso in due la Sicilia. A causarlo una frana staccatasi dalla collina adiacente.

Un disastro che sembrava annunciato, come scrive Meridionews ricostruendo i numerosi allarmi sottovalutati da più enti: Provincia, Regione, protezione civile e Anas, a partire da dieci anni fa.

Un disastro che sembrerebbe, dunque, l’ennesimo caso di negligenza e superficialità da parte delle istituzioni con conseguenze pesantissime per la popolazione e l’economia dell’isola. L’autostrada in questione, infatti, collega la Sicilia Orientale a quella Occidentale sia per il trasporto pubblico che privato, quello turistico e, soprattutto, quello commerciale.

Ad accertare le responsabilità sarà la Procura di Termini Imerese che ha aperto un’inchiesta, guidata dal procuratore Alfredo Morvillo e il sostituto Giancomo Brandini. L’ipotesi di reato è quella di disastro colposo, la stessa dell’inchiesta sul cedimento qualche mese fa dell’imbocco del viadottto Scorciavacche sulla Palermo-Agrigento.

“Ciò che è accaduto in queste ore in Sicilia, sull’autostrada Palermo-Catania è l’ulteriore conferma di quanto sia fondamentale la conoscenza geologica del territorio, – ha dichiarato a Live Sicilia Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologisia nella fase propedeutica alla progettazione, sia in quella del monitoraggio successivo all’esecuzione dell’opera, purtroppo assente anche sotto il profilo normativo.

In questo caso si tratta di un’opera costruita molti decenni fa, in un periodo in cui l’approccio interdisciplinare era sconosciuto ed in cui la conoscenza geologica era marginale, se non probabilmente mancante”.

Il Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ha, intanto, annunciato dopo un sopralluogo che bisognerà demolire entrambe le carreggiate dell’autostrada e non una come si era ipotizzato inizialmente.

“La situazione è molto grave – ha dichiarato come riporta Il Sole 24 Ore – e questa è un’arteria decisiva per la Sicilia, quindi dobbiamo trovare una soluzione al più presto”.

L’annuncio fa ipotizzare che i tempi per la risoluzione del problema saranno molto lunghi, oltre che con costi molto onerosi. Una pessima notizia per chi quotidianamente percorre quella strada, a cominciare dagli autotrasportatori. Secondo i dati pubblicati dal Giornale di Sicilia e forniti da Trasportounito il blocco autostradale provoca alle sole imprese di autotrasporto un danno di circa 1,5 milioni di euro al giorno. Ma le conseguenze economiche pesano su tutti i settori del mercato siciliano.

L’opinione pubblica, intanto, più che amareggiata, si divide ironicamente sui mezzi alternativi per percorrere il tragitto inaccessibile: in automobile zigzagando tra gli smottamenti e i restringimenti della Statale 643, suggerita dall’Anas; in treno, con tempi di percorrenza variabili dalle 3 ore e 18 alle 6 ore; in pullman impiegando due ore in più, per un totale di 4 ore e mezza; in aereo, perché pare che alcune compagnie aeree, sollecitate dai sindaci siciliani, stiano ipotizzando di istituire la tratta Palermo-Catania; o, infine, per i più avventurosi circumnavigando l’isola.

Tradimalt, da azienda che opera in Sicilia nel comparto edile, prova sdegno e vergogna per quanto accaduto, per l’incuria e la sciattezza di imprese, di politici e di funzionari mediocri, incapaci di farsi carico della realizzazione e della manutenzione delle nostre opere pubbliche, persino di quelle fondamentali.

Alla malapolitica e alla malaedilizia noi rispondiamo con un rinnovato impegno ad innalzare ulteriormente i nostri standard etici aziendali e di prodotto.

Foto credit: Meridionews

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