Mentre vanno avanti le polemiche sui finanziamenti il monumento più importante al mondo continua a perdere pezzi. Ricostruzione delle fasi dall’accordo ad oggi.
I finanziamenti privati costituiscono una straordinaria dotazione per i Beni e le Attività culturali italiani, dal momento che le risorse comunitarie/statali non sempre riescono a soddisfare tutte le necessità legate alla manutenzione ed alla gestione dei tesori artistici del Paese.
Le risorse aggiuntive quindi, contribuiscono attivamente alla promozione dei luoghi della memoria italiana, delle città d’arte e del paesaggio, garantendo uno slancio rilevante alla nuova economia e stimolando la crescita di risorse umane, tecniche, organizzative ed imprenditoriali.
Oggi, un esempio di intervento di restauro avanzato con tale procedura, è proprio il monumento simbolo della nostra architettura.
Da anni infatti, il crescente emergere di una richiesta di intervento per il Colosseo, ha portato, qualche mese fa, ad un accordo tra il MIBAC (Ministero Beni e Attività Culturali) e Diego Della Valle (Tod’s), in cui quest’ultimo si è impegnato a finanziare con 25 milioni di euro il piano degli interventi, elaborato dal commissario delegato e dalla Soprintendenza speciale per i Beni Archeologici di Roma.
Il piano prevede il restauro dei prospetti settentrionale e meridionale, i sotterranei e gli ambulacri dei primi due ordini. Inoltre vengono messi a norma ed implementati gli impianti, primi fra tutti quelli di videosorveglianza e di illuminazione. Infine, si costruirà un nuovo spazio che consentirà di portare all’esterno le attività di supporto alla visita, che attualmente ricadono all’interno del monumento (accoglienza, biglietteria, bookshop e servizi igienici).
Il progetto di restauro dei prospetti prevede la pulitura che avverrà utilizzando il sistema di acqua nebulizzata, così come era avvenuto nei lavori degli anni Novanta. L’operazione di irrorazione d’acqua sarà alternata da interventi integrativi, quali la riadesione delle scaglie, il trattamento delle parti metalliche e le stuccature di fori.
Sarà inoltre sostituito l’attuale sistema di chiusura con cancellate fisse e apribili e sono previsti anche cancelli carrabili.
Il nuovo centro servizi sarà realizzato nella parte sud della piazza del Colosseo, all’interno di una grande struttura circolare coperta con una cupola ribassata.
Tutto ciò fa pensare che finalmente qualcosa in Italia si sia sbloccato e che il bene comune sia l’interesse principale di tutti. Invece le polemiche, anche in questo caso, sono cresciute di pari passo con l’avanzamento dei lavori e degli accordi.
Infatti, a mettere i bastoni tra le ruote della macchina burocratica guidata da Alemanno e Della Valle, ci ha pensato l’Antitrust, che proprio in questi giorni sta bloccando l’inizio dei lavori.
Si evidenzia, infatti, una serie di distorsioni della concorrenza all’interno dell’accordo che affida i lavori di restauro al gruppo Tod’s.
In sostanza il contratto prevederebbe per Della Valle maggiori vantaggi di quanti non ne concedesse il bando. Inoltre, l’Antitrust nota che dopo aver ricevuto l’offerta di Della Valle il Ministero ha concesso solo 48 ore alle altre due aziende per presentare la controfferta.
La denuncia sulla mancata trasparenza nelle procedure di appalto denota come la normativa sulle sponsorizzazioni a favore del patrimonio artistico sia carente e certamente “poco oleata” da una pratica costante, e come negli ultimi anni, in un clima di feroci tagli ai finanziamenti per la cultura, abbia dato luogo a procedure non sempre rigorose e condivisibili.
Inoltre c’è l’accusa mossa al Sindaco di Roma di non aver dato il tempo di misurare i termini del bando, e di appurare che i 25 milioni di euro di finanziamento sarebbero pochi non solo per le esigenze del monumento, ma anche rispetto al ritorno di immagine che gioverebbe a Della Valle.
Ad alimentare ancora di più le già tante polemiche, i cedimenti di frammenti di tufo avvenuti prima lo scorso dicembre e poi a fine gennaio, sintomi, questi, della delicata situazione in cui versa il più noto monumento del mondo.
Così, mentre continua il dibattito sul finanziamento privato, il Colosseo rimane in una situazione di pericolo. Tanti in questi giorni gli interventi degli addetti ai lavori che hanno manifestato lo stato di emergenza per il rischio della tenuta della struttura. Certamente i danni non sono gravi, ma è certo che il monumento necessita di un intervento. E forse i crolli rappresentano il tuonare del Colosseo e denunciarci quanto è assurdo questo stallo.