La Manovrina 2017 (DL 50/2017) non sbloccherà il finanziamento degli interventi di riqualificazione energetica nei condomìni. A denunciarlo è Rete Irene, un network di aziende nato per diffondere la cultura della riqualificazione energetica.
L’esclusione per i condòmini della possibilità di cedere la propria quota di Ecobonus alle banche e altri istituti di credito è la questione centrale: le detrazioni ad oggi, infatti, possono essere cedute solo a fornitori o a chi ha realizzato i lavori di riqualificazione energetica, un limite che secondo gli operatori del settore impedisce che la misura raggiunga l’atteso decollo.
“Nonostante l’esistenza di incentivi fiscali particolarmente generosi e specificamente dedicati agli interventi più idonei a rendere gli stabili sicuri ed efficienti, i lavori faticano ad essere avviati a causa dei problemi di reperimento delle risorse finanziarie necessarie” – si legge in una nota a firma Virginio Trivella, Coordinatore Comitato scientifico di Rete Irene – “La cessione delle detrazioni, che oggi è una facoltà concessa a tutti coloro che realizzano questi interventi, si scontra con la difficoltà a individuare soggetti capienti interessati ad acquistarle a costi ragionevoli. La soluzione più logica, cioè la cessione ai soggetti finanziari, che minimizzerebbe costi e rischi dei finanziamenti e renderebbe semplici le procedure, resta inspiegabilmente vietata dalla legge.”
Nell’ultimo periodo indiscrezioni davano per certa la determinazione del Governo di superare gli ostacoli alla realizzazione di interventi di rinnovamento degli edifici ambiziosi. Ma da quanto si legge l’ostacolo più consistente, l’incapienza delle famiglie, con la conseguente impossibilità di accedere alle detrazioni fiscali, permane.
“Gli incentivi restano del tutto scollegati dai meccanismi di finanziamento – si legge ancora nella nota – e, di conseguenza, sembra ancora preclusa la possibilità che essi possano svolgere una potente funzione di stimolo a favore dello sviluppo, dell’occupazione, della tutela dell’ambiente e della riduzione della dipendenza energetica dalle fonti fossili.”
Basterebbero poche e mirate modifiche alle norme che regolano gli incentivi per attivare una domanda che oggi è solo potenziale, largamente inconsapevole e ben lontana dalla maturità.
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