Quella della piscina comunale di Pachino (Sr) è una storia relativamente recente, ma che ha tutti i presupposti per prolungarsi ancora molto nel tempo.
E’ il settembre 2011 quando il Comune di Pachino approva gli atti di gara e affida i lavori alla ditta vincitrice, la SICE Srl di Aragona (Ag). Un appalto di 1 milione e 793 mila euro per un progetto di dieci anni più vecchio che prevedeva in contrada Camporeale la realizzazione di una piscina olimpionica con annessi spogliatoi e servizi. Progetto per il quale il Comune riceve un contributo da parte del Coni sufficiente inizialmente a coprire la costruzione dell’intera opera.
Il tempo trascorso prima dell’inizio dei lavori e alcune variazioni nei prezziari regionali causano il lievitare dei costi tanto da costringere il Comune a contrarre un finanziamento con la Cassa depositi e prestiti. L’appalto prevede che la piscina sia realizzata entro novembre del 2012. I lavori inziano a dicembre 2011, ma cinque mesi dopo vengono bloccati a causa di problemi nell’inter procedurale. Da maggio a giugno 2012 tutto è fermo. Nello stesso periodo i carabinieri sequestrano il cantiere perchè accertano il proseguimento dei lavori nonostante le dimissioni del direttore e del responsabile della sicurezza.
Passerà un anno prima che i lavori riprendano, nel luglio 2013. La ditta appaltatrice va in ferie il 10 agosto e non tornerà più. L’8 ottobre, infatti, chiede la risoluzione del contratto con addebito delle responsabilità all’amministrazione comunale, che a sua volta un mese dopo produce la stessa richiesta, scaricando però le responsabilità sulla ditta agrigentina. Motivo del contendere pare siano 400 mila euro extra capitolato che la ditta pretende dal Comune per imprevisti. La SICE rivendica somme per mancati utili, vincoli passivi per mezzi e macchinari, oneri di mancato ammortamento, mancati guadagni, impiego di personale. Oltre che lamenta carenze di progettazione negli impianti elettrici e di depurazione.
Certo, è strano che una ditta abbandoni un appalto di gara di poco meno di 3 milioni di euro.
Fatto sta che di quella che doveva essere una struttura sportiva all’avanguardia c’è solo qualche pilastro e un cantiere abbandonato. Mentre il contenzioso tra SICE e Comune di Pachino va avanti, e chissà per quanto ancora, quel poco che è stato costruito comincia già a crollare e nulla si sa della fine fatta dai finanziamenti ricevuti dal Coni. L’ennesima storia di un’incompiuta che rischia di restare tale per sempre.
Foto credit: Pachino Blogger Time