La scuola che farei: riprogettare le strutture scolastiche dopo il Coronavirus

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Benessere e sicurezza per gli studenti e gli insegnati. Ambienti ecosostenibili e spazi interattivi. La scuola del futuro deve essere progettata secondo nuovi parametri.

Più di altri, gli ambienti in cui ci si occupa di formazione dovrebbero garantire comfort psicologico e non solo il benessere fisico.

Lo sostiene da anni Renzo Piano, celebre architetto genovese, che nel 2015 ha lanciato l’iniziativa “la scuola che farei” per immaginare, insieme ad un pedagogista e ad uno psichiatra, una scuola più sostenibile e più salubre.

Era già chiaro, infatti, come il benessere fisico e psicologico favorisca negli ambienti scolastici lo svolgimento delle funzioni didattiche ed educative.

Ecco perché diventa indispensabile, soprattutto in una fase post Covid-19, ripensare gli istituti scolastici (e non solo in termini di spazio fisico).

Siamo sicuri che sia funzionale alla didattica fare lezione in aule soggette ad inquinamento acustico, sbalzi termici e cattiva illuminazione?

Credit Foto: Costaovest.info

Il rischio biologico nelle scuole post Covid-19

Il Coronavirus ci ha messo davanti ad alcuni dati certi. Primo fra tutti che il rischio biologico è più elevato in ambienti ad alta densità di utenti. Scuole in testa.

Rimodulare le attività scolastiche e cambiare la disposizione di banchi e sedie può, almeno in parte, tutelare la salute fisica degli studenti. Ma siamo davvero sicuri che sia lo stesso per il benessere psicologico?

Se fino ad oggi, infatti, le attività didattiche e ludiche si sono basate su interazioni e contatto, ora, invece, si dovranno favorire le interazioni “a distanza”.
Che impatto avrà questo nuovo modo? Purtroppo non sappiamo dare una risposta.

Siamo certi però che nella fase post emergenza si dovrà limitare la circolazione del virus nell’aria. Bisognerà, dunque:

  • Garantire che la portata d’aria di ricambio sia qualitativamente salubre.
  • Ridurre il numero di persone nei singoli ambienti
  • Adeguare i sistemi di filtraggio degli impianti di ventilazione meccanica
  • Controllare costantemente gli inquinanti presenti nell’aria

Inoltre, per non amplificare il senso d’ansia e di paura in insegnanti e studenti, sarà necessario garantire loro il massimo benessere sia dal punto di vista acustico che di illuminazione.

Benessere, qualche esempio pratico

Un lungo decalogo pubblicato su Architettura Sostenibile mette in evidenza come dal punto di vista acustico, ambienti a cui prestare particolare attenzione siano le palestre, le aule magne, e gli auditorium musicali.

In questo genere di spazi, generalmente molto ampi, l’acustica presenta alcuni importanti difetti che rendono difficile la comunicazione. Sia quando sono affollati, a causa della sovrapposizione delle voci, sia quando sono semideserti, per il classico “effetto eco”.

Nella scuola dopo Coronavirus palestre, auditorium e cortili potrebbero essere utilizzati come aule. In questo caso diventano indispensabili adeguamenti acustici.

Un discorso simile potrebbe essere fatto per l’illuminazione. Fondamentale sia per garantire una luce funzionale all’interno dell’aula che la corretta visibilità degli schermi e dei sistemi di collegamento online, in vista di possibili scenari di didattica a distanza prolungata.

Insomma, la situazione di emergenza appena trascorsa e quella post emergenza che saremo costretti ad affrontare nella fase post-pandemia non deve essere vista come un problema da schivare, bensì come un’opportunità per fare il punto della situazione su questioni inerenti gli ambienti scolastici. Un’occasione per riportare nell’edilizia scolastica salubrità, comfort e qualità strutturale.

Credit Foto: Architetti.com

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