Un approccio multidisciplinare preludio a qualsiasi intervento di restauro architettonico: rilievo, analisi storica e analisi strutturale, necessari al raggiungimento della conoscenza di un edificio.
La conservazione delle opere architettoniche del passato è un compito complesso perchè le valenze culturali in esse contenute attingono a svariati settori della scienza di oggi.
A volte l’architettura storica è un documento esplicito da conservare, altre volte è un oggetto d’uso: è proprio questa la condizione più complessa e più coinvolgente che consente all’opera di essere sempre viva.
L’istanza di conservazione rivolta ad un oggetto d’uso va contemperata con l’uso attuale e l’azione conservativa che su di essa si intende attuare rimbalza sull’utente che proprio nell’uso dell’oggetto storico caratterizza la propria attualità.
Ciò è evidente quando si abita un edificio del passato nel centro antico della città, dove l’utente che ha spirito conservativo realizza un modo di abitare diverso da quello possibile nelle case moderne delle aree di espansione, ma ancor di più l’esigenza di conservazione è condizionante verso chi opera sull’edificio per recuperare funzionalità degradate dal tempo o dall’incuria. La materia antica e i criteri con cui essa è stata usata per fabbricare costituiscono una trama in cui ogni ulteriore intervento deve essere iscritto.
La complessità dell’opera conservativa consiste anzitutto nella necessità di riconoscere in tutte le sue implicazioni l’oggetto da conservare e quindi di agire sia nell’intervento che nell’uso con coerenza consapevole.
E poiché le valenze delle opere architettoniche sono molteplici, da quelle formali a quelle documentarie, da quelle materiche a quelle simboliche, valenze che rimandano alla vita di chi le ha frequentate ed a quelle di chi le ha costruite, per studiarle è necessario un approccio interdisciplinare.
Ciò è naturale conseguenza della parcellazione della scienza moderna in discipline autonome, ma è altresì evidente che l’unicità dell’oggetto e dello scopo dell’indagine richiede alle singole discipline una particolarizzazione del proprio operato che le avvicini tanto da rendere possibile un programma operativo sintetico.
Le discipline che determinano la conoscenza approfondita di un edificio e che devono interagire tra loro per restituirne una visione di complessità dello stesso riguardano il rilievo, l’analisi storica e l’analisi strutturale.
L’oggetto del rilievo e le modalità per eseguirlo sono dettate dalla necessità di conoscere gli aspetti principali dell’opera; il rilevatore, per poter operare, deve conoscere innanzitutto le tecniche costruttive in uso all’epoca della costruzione che va ad esaminare, così come deve conoscere gli stili dell’architettura presenti nel manufatto.
Anche l’indagine storica assume una valenza fondamentale nella conoscenza dell’edificio. In particolare, attraverso la storia costruttiva dell’opera, spesso si viene a conoscenza delle trasformazioni che essa ha subito, e quindi se ha mantenuto configurazioni originali e dove queste sono state modificate.
Gli archivi a volte danno informazioni sull’atto costruttivo attraverso giornali dei lavori, elenchi di pagamenti; in questo modo si deducono notizie preziose sulla natura dei materiali, e sui criteri di costruzione.
Infine è di fondamentale importanza, nella ricerca storica, venire a conoscenza delle vicissitudini della fabbrica nei precedenti restauri, o nei passati terremoti, ciò spesso assume un’importanza determinante il corretto intervento di restauro.
Tutto ciò, se viene condotto secondo criteri attenti e specifici, mette in evidenza anche le carenze attuali dell’edificio.
Per questo risulta di fondamentale importanza l’assemblaggio di tutte le sottocategorie che comprende la disciplina del restauro, in modo da poter acquisire un controllo e una conoscenza che segni le linee guida per un intervento completo e che sia memoria storica e trasparente per le successive manomissioni che il manufatto dovrà in futuro subire.