Il 29% degli edifici scolastici ha bisogno di interventi urgenti. Il dato allarmante arriva dalla ventesima edizione del Rapporto Ecosistema Scuola 2021 presentato da Legambiente.
In sette anni solo meno della metà dei progetti finanziati per l’edilizia scolastica è stato concluso: su 6.547 progetti previsti, 4.601 sono stati finanziati e solo 2.121 portati a termine.
Dell’importo stanziato per la realizzazione delle opere, pari a 3.359.614.000 euro, l’importo totale finanziato è di 2.416.370.000 euro e l’importo finanziato dei progetti avviati di 1.415.747.000 euro: passaggi in cui viene “perso” ogni volta circa un miliardo di euro.
La fotografia delle scuole italiane
Su un campione di 6.156 edifici in 87 comuni capoluogo di provincia, circa il 58% delle scuole non ha certificazioni di base come l’agibilità, il 43% si trova in zone di area sismica 1 e 2 e solo il 30% è costruito con tecniche antisismica, più dell’87% ha classe energetica sotto la C. Non è stato ancora bonificato l’amianto in 145 edifici (in gran parte al nord) di quelli oggetto d’indagine, frequentati ogni giorno da 28.500 studenti. La metà delle scuole non ha impianti per lo sport e solo il 55% circa ha la mensa scolastica.
Il grave divario territoriale
Rimane costante il divario tra Nord, Sud e Isole. Per una media nazionale di interventi di manutenzione urgente delle scuole del 29,2% e una spesa media nazionale per la manutenzione straordinaria per edificio di quasi 71mila euro, questa urgenza viene dichiarata dai capoluoghi del sud per il 31,5% degli edifici, con una spesa media per edificio di circa 41mila euro. Nelle isole, il 63% degli edifici necessitano di interventi urgenti e la spesa media per edificio per la manutenzione urgente si attesta sui 5.500 euro.
La principale emergenza rimane per questi territori la messa in sicurezza degli edifici, che raggiunge un livello di allarme nelle isole, dove, nonostante oltre il 63% delle scuole sia in area sismica 1 e 2 (a fronte di una media nazionale del 41%), solo il 6,3% degli edifici risponde ai criteri della normativa antisismica (per una media nazionale ricordiamo essere del 30,8%)
Le strutture per lo sport, ad esempio, sono presenti al nord in più di una scuola su due, mentre mancano in oltre il 60% delle scuole del centro, nel 55% circa di quelle del Sud e quasi nel 64% di quelle delle isole. Giardini e aree verdi fruibili sono una realtà presente in più dell’80% delle scuole del centro-nord, ma mediamente solo in una scuola su quattro del sud e delle isole.
Il Recovery Plan e gli interventi previsti
Il Recovery Plan, nella sua ultima versione, prevede 6,8 miliardi di euro per l’edilizia scolastica. “Risorse importanti che rischiano, tuttavia, di non portare ai risultati auspicati, e necessari, se non verranno affrontate alcune criticità, ormai croniche” – è il commento di Legambiente che pubblica edilportale.com.
L’associazione lancia un appello al nuovo Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi affinché le scuole diventino protagoniste della transizione ecologica. Ciò significa realizzare processi di riqualificazione energetica partecipata degli edifici con la comunità scolastica che diviene comunità energetica, inaugurare una generazione di 100 scuole sostenibili e innovative costruite secondo i criteri della bioedilizia, aperte anche in orario extrascolastico e dotate di un’integrazione di servizi sia in orario scolastico che extrascolastico, da realizzarsi nelle “periferie sociali” del Paese, caratterizzate da alto tasso di dispersione scolastica e povertà educativa.
Come procedere
Mappare i bisogni attraverso lo strumento dell’anagrafe dell’edilizia scolastica è per Legambiente il primo irrimandbile passo per gestire la drammatica situazione dell’edilizia scolastica. Poi programmare gli interventi secondo una scala di priorità a partire dall’efficientamento energetico e dalla messa in sicurezza, sostenere le strutture tecniche delle amministrazioni che sono più indietro nel reperimento dei fondi e nella capacità progettuale, semplificare le linee di finanziamento, il loro accesso e la loro gestione per ridurre il divario esistente tra i progetti finanziati e quelli conclusi e conseguentemente, tra gli importi stanziati e quelli rimborsati agli enti locali.
Foto credit: Wokandapix