Palazzo Chigi ha avviato i lavori preparatori per la Legge di Bilancio 2020. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, hanno già incontrato le parti sociali, tra cui Confindustria, CGIL, CISL e UIL, Confartigianato, CNA, Ance, Confprofessioni e Confedilizia, per un confronto sui temi che in autunno entreranno nella manovra economica.
Vediamo i temi in discussione:
Estensione della Flat tax
Per Confprofessioni è positiva l’estensione della flat tax a tutti i contribuenti, restano però da risolvere alcuni nodi che coinvolgono i professionisti e le partite Iva: “la disciplina vigente prevede l’incompatibilità tra regimi flat e partecipazione a associazioni professionali o STP (società tra professionisti)”. Per questo Confprofessioni sollecita l’estensione del regime agevolato ai professionisti che si aggregano “per favorire la crescita dimensionale degli studi così da renderli competitivi nel mercato internazionale dei servizi professionali”.
Confprofessioni chiede anche una riduzione del carico fiscale e delle imposte sul lavoro autonomo, agendo sulle aliquote, ma bilanciando il sistema delle deduzioni e detrazioni: “gli oneri deducibili e detraibili devono essere snelliti e suddivisi in ‘fasce’, dando prioritaria importanza a quelli a rilevante impatto sociale, come le spese mediche e le spese per l’abitazione principale (da riconoscere a tutti i contribuenti), stabilendo invece dei limiti alle altre tipologie di oneri”.
Confartigianato è anche favorevole alla flat tax, da applicare a tutti i soggetti Irpef, ma chiede una manovra espansiva che punti sugli investimenti in infrastrutture materiali e immateriali.
Confedilizia ha formulato, invece, tre richieste precise: iniziare a ridurre la patrimoniale da 22 miliardi di euro l’anno, che grava sugli immobili sotto forma di Imu e Tasi; stabilizzare la cedolare secca sugli affitti; eliminare la discriminazione fiscale nei confronti delle società immobiliari.
CNA chiede che la flat tax o la rimodulazione delle aliquote preveda la fine della iniquità che si nasconde nella tassazione Irpef che penalizza professionisti e imprese ed esprime l’esigenza di anticipare la totale deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali e di abrogare lo split payment, il reverse charge e la ritenuta sui bonifici relativi a spese per lavori edili che danno luogo a detrazioni fiscali.
Cgil, Cisl e Uil hanno presentato una proposta complessiva di riforma fiscale che mira a: ridurre le tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati attraverso le detrazioni; combattere l’evasione fiscale; evitare condoni più o meno mascherati.
Secondo Confindustria, la proposta del ministro Di Maio di tagliare il cuneo fiscale e il salario minimo “vanno collegati ai grandi contratti di riferimento” per evitare il dumping contrattuale e dare un parametro oggettivo di riferimento. Il Paese secondo gli industriali ha bisogno di certezze: crescere, rimettere al centro il lavoro e includere i giovani.
“Molti sono stati i suggerimenti raccolti al tavolo – ha dichiarato il premier Conte secondo quanto pubblica edilportale.com – Lavoreremo a una riforma complessiva del nostro sistema fiscale al fine di semplificare il fisco e renderlo più equo, realizzando appunto un’alleanza finanziaria tra fisco e contribuente. Abbiamo discusso sulle modalità per realizzare un sostanzioso taglio delle tasse per famiglie e imprese, per abbattere il cuneo fiscale in modo da aumentare il salario netto dei lavoratori, per rendere più efficace il contrasto all’evasione fiscale e per dare respiro alla competitività della nostra industria. Da qui a settembre, elaboreremo proposte concrete per realizzare un fisco amico dei contribuenti e convocheremo nuovamente tutte le parti sociali per il confronto finale sul nostro progetto di riforma” ha concluso Conte.
Piano per il Sud
“Serve una maggior capacità di programmazione degli investimenti e una gestione più efficace delle politiche di coesione”, è la posizione di Confprofessioni sul Piano per il Sud.
Secondo i costruttori di Ance, bisogna puntare sull’efficienza della Pubblica Amministrazione per riuscire a spendere i soldi necessari per riavviare la crescita e colmare il gap competitivo e sociale che affligge il Mezzogiorno.
Confedilizia considera il settore immobiliare un potenziale volano per lo sviluppo del Mezzogiorno e propone: incentivi fiscali alla proprietà immobiliare diffusa per il recupero dei borghi attraverso il turismo; disciplina speciale e semplificata per gli affitti per dare impulso all’economia locale; estensione anche alle società delle detrazioni per le ristrutturazioni edilizie al fine di riqualificare singoli immobili ed interi territori.
La Cgil ha ribadito il suo ‘no’ all’autonomia differenziata e ha chiesto “un piano strutturato in un’ottica pluriennale, un intervento che manca ormai da vent’anni”.
Quattro le priorità per il Sud secondo il sindacato: investimenti pubblici per le infrastrutture immateriali e sociali; investimenti in infrastrutture materiali; un Fondo per la progettazione e la realizzazione di opere pubbliche; vere politiche industriali e di sviluppo. Ultimo tema, trasversale a tutti gli altri, è quello relativo agli investimenti in prevenzione, manutenzione e messa in sicurezza del territorio e degli edifici.
Per Confartigianato occorre “rafforzare la produttività del Mezzogiorno agendo sui pilastri della qualità dell’azione delle pubbliche amministrazioni e della tutela della legalità, e del potenziamento del capitale umano e della dotazione infrastrutturale. Va perseguito l’obiettivo di incrementare, con determinazione e con concreta progressione, la quota di spesa in conto capitale ordinaria e di spesa aggiuntiva destinata all’area del Mezzogiorno”.
Quanto alle infrastrutture, le reti prioritarie di trasporto TEN-T e gli interventi previsti nell’ambito del Sistema nazionale integrato dei trasporti vengono indicati come priorità strategiche insieme al decollo operativo delle Zone economiche speciali ed ai Piani urbani per la mobilità sostenibile.
“Il Sud – è il commento di Conte, ancora pubblicato da edilportale.com – invoca un grande impegno governativo e una forte mobilitazione di risorse ed energie per recuperare il ritardo accumulato negli anni. Dobbiamo sviluppare la dotazione infrastrutturale del nostro Mezzogiorno, sviluppando le tecnologie digitali e puntando sull’intermodalità del sistema dei trasporti (strade, ferrovie, porti, aeroporti). Dobbiamo mettere a sistema i vari strumenti di intervento per rendere sempre più organico e quindi efficace il nostro piano di interventi (Zes, Cis etc.). È essenziale, inoltre, contrastare il fenomeno dell’abbandono scolastico e offrire opportunità di ricerca, lavoro e sviluppo a tutti i giovani del Sud. Non si tratta di una politica a solo vantaggio del Mezzogiorno, perché il ritorno alla crescita delle regioni meridionali trascinerà anche lo sviluppo del Centro e del Nord, riducendo in prospettiva anche i ritardi che si manifestano rispetto alle aree più avanzate d’Europa.”
Foto credit: Confprofessioni