L’industria italiana delle costruzioni cresce oltreconfine. Il 2016 ha, infatti, fatto registrare un boom per il fatturato estero delle aziende con 244 nuovi lavori aggiudicati, per un valore di oltre 20 miliardi di euro , +17,8%, il valore più alto degli ultimi dieci anni.
I dati arrivano dal Rapporto Ance 2017 sulla presenza delle imprese di costruzioni italiane nel mondo.
Il trend positivo è in atto dal 2004: dai 3 miliardi di euro di fatturato estero di quell’anno si è giunti nel 2016 a superare i 14 miliardi (+355%).
Il 2016 registra un lieve aumento del fatturato ottenuto dalle stesse aziende anche nel nostro Paese (+2,6%), ma un dato ancora troppo basso per assottigliare la forbice creatasi negli ultimi anni e che determina il peso dell’estero sull’attività delle imprese del settore come preponderante, rappresentando il 73% circa del fatturato totale.
I Paesi in cui sono presenti imprese di costruzione italiane sono nel complesso 90, con 10 nuovi mercati conquistati proprio nel 2016: Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Botswana, Pakistan, Tajikistan, Guyana, Honduras, Nicaragua e Piccole Antille.
Sono gli Stati Uniti ad essere al vertice dei primi 10 mercati 2016, con un valore di commesse pari a 4 miliardi, che rappresentano il 71,5% del totale dei nuovi lavori.
Per quanto riguarda le tipologie di opere, a dominare sono le infrastrutture stradali e autostradali: i cantieri aperti complessivamente sono 131 per 20 miliardi di euro. Seguono le opere idrauliche (16,9% del portafoglio lavori), il settore ferroviario (16,1%) e la realizzazione di metropolitane (15,8%).
Cresce anche l’edilizia, residenziale e non, che rappresenta nel 2016 il 10% del totale del portafoglio lavori (9,1 miliardi), con realizzazioni nel settore ospedaliero e carcerario, business center, hotel, università e centri di ricerca, musei, parcheggi e infrastrutture legate alla logistica.
“I successi ottenuti dalle nostre imprese all’estero sono motivo di orgoglio per il Paese”, ha dichiarato il presidente dell’Ance, Giuliano Campana, come si legge in un comunicato, sottolineando l’indispensabile collaborazione con il ministero degli Affari Esteri e il ministero dello Sviluppo Economico e l’efficace azione di filiera con l’Agenzia Ice, la Sace, la Simest e le banche. “Una collaborazione sempre più strategica che garantisce un supporto costante anche alle piccole e medie imprese.”
Il vicepresidente Ance per i Lavori all’estero Ghella, illustrando nel dettaglio i dati del Rapporto, ha sottolineato poi che le imprese di costruzione italiane stanno dimostrando di avere le qualità e le competenze per affermarsi anche in mercati fortemente complessi e competitivi. “Lo dimostra il trend in aumento della presenza delle nostre imprese nei paesi del G20 e in quelli Ocse – ha evidenziato Ghella, secondo quanto pubblica Ance – nei quali fino a pochi anni fa avevamo una scarsa capacità di penetrazione. Una crescita che appare ancora più significativa se consideriamo che è in netta controtendenza rispetto al fatturato a livello mondiale delle aziende di costruzione all’estero, che è in continuo calo e ha registrato una diminuzione del 6% solo nell’ultimo anno”.
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