Uno strumento predittivo del pericolo sismico a cui sono sottoposte le strutture su tutto il nostro territorio
Completata nel 2021, la mappa del rischio sismico ideale è una rappresentazione a livello nazionale del pericolo di terremoto a cui sono esposti gli edifici se fossero tutti progettati al massimo della tecnologia costruttiva in vigore.
A questo proposito, però, è bene ricordare che non esiste uno strumento per valutare oggettivamente i fenomeni sismici. La misurazione dell’evento passa infatti dall’analisi di tre fattori:
- pericolosità, la probabilità annua che un terremoto possa manifestarsi in una determinata zona;
- vulnerabilità, la stima dei possibili danni che può subire una struttura a seconda delle diverse intensità di un terremoto;
- esposizione, la misurazione dei danni conseguenti.
Per approfondire l’argomento richiamiamo alcuni passaggi dell’intervista pubblicata e realizzata dalla redazione di Geopop al professor Iunio Iervolino, coordinatore del progetto e docente di Tecnica delle costruzioni all’UNINA di Napoli e allo IUSS di Pavia.
Cosa si intende per “Rischio Implicito”?
Il rischio implicito è il pericolo sismico che si accetta “implicitamente” quando si occupa un edificio. Progettare una struttura totalmente a prova di fallimento è infatti impossibile, anche se, dato un terremoto di una certa intensità, possono essere date delle indicazioni per fissare le probabilità di accadimento.
Conoscere il rischio implicito è, però, ancora complesso. Da questa considerazione è nata quindi l’idea di provare a quantificarlo numericamente e su larga scala, con una rappresentazione grafica che aiuti a comprendere il fenomeno e la sua variabilità sul territorio.
Cos’è e come si interpreta una mappa di rischio ideale?
Le attuali norme per le costruzioni sono entrate in vigore meno di quindici anni fa, mentre il patrimonio immobiliare italiano è mediamente molto più vecchio. La mappa del rischio sismico in Italia ricostruisce, quindi, uno scenario in cui le strutture sono state sostituite da costruzioni in regola con la normativa vigente, ipotizzando anche che gli edifici siano tutti isolati sismicamente alla base.
Questo esercizio consente due obiettivi giudicati di grande interesse:
- quantificare su scala nazionale il beneficio in termini di sicurezza sismica implicato dalle norme attuali;
- comunicare ad amministratori e cittadini come la tecnologia allo stato attuale consenta di ridurre il rischio sismico, ma non di eliminarlo totalmente.
Le mappe qui sopra visualizzano nello specifico il tasso di fallimento su scala nazionale, ovvero il numero di terremoti che in un anno possono occorrere in un sito di costruzione e causare danni alle strutture.
Quali risultati emergono dalla ricerca?
Lo studio dimostra come l’aggiornamento normativo abbia consentito di ridurre drasticamente il rischio sismico atteso e che strutture progettate con medesimi criteri hanno un grado di pericolosità maggiore in alcune zone d’Italia rispetto ad altre. Quest’ultima osservazione è uno dei temi attuali della ricerca, cioè ambire ad avere una norma tecnica che renda uniforme il rischio a cui sono esposti i cittadini.
Lo studio rappresenta una svolta fondamentale per aiutare ed educare i non addetti ai lavori sulle tematiche legate ai pericoli da terremoto. La mappa del rischio sismico ideale è un punto di partenza per rafforzare l’esigenza dei cittadini di imparare le competenze di base per capire le misure (probabilistiche) dei rischi, coinvolgendo l’istruzione, e quindi la scuola, nel prendere decisioni razionali su di esse.
Fonti:
Geopop – “Il professor Iunio Iervolino (Federico II e IUSS) ci spiega la mappa del rischio sismico ideale” – Gaetano Cantisani
Reluis.it – “Mappa del rischio sismico” – 2021