Le modifiche avanzate dovranno agevolare le famiglie a basso reddito e migliorare l’edilizia residenziale pubblica e i condomini energeticamente poveri
Il prossimo schema di incentivi è in fase di definizione, ma sembra già certo che le novità sul Superbonus daranno maggiore importanza all’efficientamento energetico e alla messa in sicurezza antisismica degli edifici.
Due i disegni di legge in campo: il primo è targato Lega e prevede un’aliquota al 60% dal 2024 al 2035 per i lavori sopra citati; il secondo porta la firma del Movimento 5 Stelle e ipotizza una detrazione di partenza al 40%. Entrambi i testi ammettono l’aumento dell’agevolazione al 100% su determinate tipologie di interventi che vedremo a breve.
Riordinare il panorama degli incentivi è la nuova prerogativa del Governo Meloni, che si prepara in vista delle discussioni sulla Legge di Bilancio 2024. Se da un lato, infatti, l’esecutivo rimprovera al Superbonus di essere troppo costoso e di scoraggiare l’avvio di molti lavori, dall’altro riconosce la necessità di efficientare il patrimonio edilizio nazionale.
Il nuovo Superbonus e le altre agevolazioni per la casa avranno quindi il compito di spingere gli interventi di riqualificazione energetica profonda e le aliquote, “poche ma crescenti”, saranno collegate alle prestazioni energetiche raggiunte. La riforma, indicata in una proposta di legge presentata a marzo 2023, sarà l’occasione per allineare l’Italia agli obiettivi della Direttiva europea Case Green.
Cosa dice la Lega
Il disegno di legge della Lega propone una detrazione del 60% dal 2024 al 2035 e prevede un valore massimo dell’agevolazione di 100mila euro. Il bonus sarà da applicare agli interventi antisismici e a quelli di efficientamento energetico, a patto, in quest’ultimo caso, che i lavori permettano all’edificio di raggiungere la classe di prestazione energetica E entro il 2035 e la classe D entro il 2040.
L’aliquota potrebbe essere portata al 100% se e quando sono soddisfatti tutti i seguenti requisiti:
- l’intervento è realizzato sull’abitazione principale;
- l’edificio ha classe energetica G;
- Il reddito di riferimento del contribuente non supera i 15mila euro annui.
Il beneficiario che rispetta le tre condizioni potrà optare per lo sconto in fattura o per la cessione del credito. Sono inoltre previsti finanziamenti agevolati per gli incapienti.
Secondo le stime della Lega, queste misure dovrebbero avere un costo di 20 milioni di euro a decorrere dal 2023, a valere sul Fondo del Mef per esigenze indifferibili istituito dalla Legge di Bilancio per il 2015.
Cosa dice il M5S
La proposta del M5S parte da un’aliquota più bassa, fissata al 40%, fino ad un ammontare complessivo di 96mila euro e interessa gli interventi che ad oggi sono agevolati con il Bonus Ristrutturazioni (che scenderà al 36% dal 2025).
Sono previste percentuali di detrazioni aggiuntive per i lavori antisismici, per quelli che migliorano la classe energetica degli edifici e per gli interventi che promuovono l’uso di materiali riciclati.
Anche in questo caso, il ddl ipotizza un’aliquota al 100% in riferimento a:
- installazione di impianti eolici di piccola taglia o di impianti solari fotovoltaici e termici sugli edifici e manufatti fuori terra, co-contestuali o con successiva installazione dei sistemi di accumulo;
- installazione di colonnine di ricarica per i veicoli elettrici;
- interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche.
Il testo dichiara la possibilità di optare per la cessione del credito corrispondente alla detrazione.
Il pacchetto dovrebbe costare 11,2 miliardi di euro fino al 2031, sempre a valere sul Fondo del Mef per esigenze indifferibili.
Orientarsi nella giungla dei bonus
L’idea del Governo sembra quella di privilegiare un unico grande incentivo, invece di lasciare tanti aiuti differenti. L’ipotesi deve però considerare che diverse agevolazioni, come Ecobonus, Bonus Facciate e Sismabonus, sono già state prolungate fino al 2024 e la stessa maxi-derazione è stata prorogata al 2025.
Come visto, poi, le novità sul Superbous lasciano intravedere un altro dettaglio importante: la riattivazione dei meccanismi della cessione del credito e dello sconto in fattura per chi ristruttura casa.
In linea di principio, gli incentivi verrebbero applicati solamente alle prime case e non alle seconde o alle terze. I lavori ammessi per beneficiarne potranno essere circoscritti, rivolti ad esempio solo alla riqualificazione energetica, o anche più complessi, e riguardare quindi la stessa produzione di energia rinnovabile.
Una casa sempre più green
Il pacchetto della Lega sembra rispondere meglio agli obiettivi della Direttiva Case Green, che punta all’aumento del tasso di ristrutturazioni e alla riduzione del consumo energetico e delle emissioni nel settore edilizio.
La Direttiva stabilisce infatti che gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E entro il 2030, e quella D entro il 2033. Per gli edifici non residenziali e quelli pubblici il raggiungimento delle stesse classi dovrà avvenire entro il 2027 (E) e il 2030 (D).
Intervenire sul parco immobiliare italiano è una scelta strategica per diffondere l’uso delle fonti rinnovabili e promuovere l’efficienza energetica. L’accelerazione del ritmo di efficientamento degli edifici esistenti è prevista anche nel Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC), il documento con cui i Paesi UE delineano le politiche necessarie a ridurre le emissioni inquinanti.
L’ultima bozza inviata dall’Italia, datata giugno 2023, parla nello specifico di incrementare gli interventi di isolamento delle superfici disperdenti, migliorare il tasso di ristrutturazione degli edifici e aumentare la diffusione delle tecnologie per l’elettrificazione dei consumi, per l’automazione e il controllo.