La Commissione Europea ha presentato lo scorso 16 febbraio un pacchetto di misure sulla sicurezza e sulla sostenibilità energetica per preparare l’UE alla transizione energetica globale e a possibili interruzioni dell’approvvigionamento energetico.
Tra le misure alcune sono dedicate in maniera specifica al settore edile per quanto riguarda l’ottimizzazione dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento degli edifici, residenziali e dei servizi pubblici.
La Commissione, secondo quanto pubblica edilportale.com, ha stimato che il settore consuma, infatti, nel complesso circa il 50% dell’energia dell’Unione Europea, il 13% del consumo di petrolio e il 59% del consumo totale di gas.
Questo perché gli edifici europei sono vecchi e soggetti a problemi come la mancanza di coibenza termica e l’obsolescenza degli impianti.
È facile dedurre quanto quindi potrebbe influire positivamente un incremento delle ristrutturazioni, oggi pari al tasso bassissimo dell’1%.
Nel documento della Commissione Europea si denuncia, inoltre, che le fonti rinnovabili non sono ancora adeguatamente integrate nel sistema edificio-impianto: il gas naturale è la fonte principale di energia per il riscaldamento e il raffreddamento (46%), seguita da carbone (15%), biomassa (11%), olio combustibile (10%), energia nucleare (7%) e solo in coda da fonti di energia rinnovabile come eolico, fotovoltaico e idroelettrico (5%), energia solare termica e geotermica (1%).
Le misure proposte puntano a rendere la ristrutturazione degli edifici più facile e veloce, soprattutto se gli interventi includono un miglioramento dell’efficientamento energetico. Per questo si opterà per inventivi, sia per inquilini che per proprietari, per la sostituzione di sistemi di riscaldamento obsoleti.
Parallelamente si punterà all’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili per gli edifici pubblici e privati.
Cambiamenti che, non solo miglioreranno le condizioni di vita dei cittadini europei e un risparmio considerevole per le spese di consumo, ma che anche contribuiranno alla riduzione dell’inquinamento atmosferico e alla creazione di nuovi posti di lavoro.
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