Burocrazia, caro energia e costo delle materie prime non fermano il comparto, che produce riscontri positivi
Nell’ultimo anno il 53% delle aziende ha dovuto rifiutare nuovi lavori per le troppe richieste, mentre il restante 46% sta puntando all’assunzione di personale per aumentare la capacità produttiva.
I dati pubblicati dall’Osservatorio SAIE per il secondo quadrimestre del 2022 mettono l’industria edile italiana davanti a uno scenario nuovo e interessante. L’aumento record dell’inflazione, che lo scorso giugno 2022 è stata stimata intorno all’8% su base annua (dati ISTAT), non sembra però ostacolare le performance della filiera edile.
Le 300 imprese intervistate nel report si dichiarano generalmente soddisfatte del proprio giro d’affari. Il rincaro dell’energia e delle materie prime, infatti, ha avuto un impatto negativo sulla forza lavoro solo per il 4% del campione.
Se è vero che l’aumento dei prezzi continua a colpire circa 8 aziende su 10, dall’altro lato è anche vero che il PNRR e il Superbonus sono stati un valido aiuto in questo momento di difficoltà.
Numeri alla mano
Dall’Osservatorio SAIE emerge una generale crescita delle imprese di produzione, distribuzione e servizi per il settore edile. Complice proprio la maxi detrazione al 110%, che ha determinato in media fino ad un quarto del fatturato per quasi 8 aziende su 10.
Negli ultimi quattro mesi, il 76% delle aziende ha registrato un incremento dei ricavi e si aspetta di chiudere l’anno in positivo. Sale anche l’indice di fiducia, che si assesta sull’82% (+2% rispetto al quadrimestre precedente) e accompagna l’aumento degli stipendi dichiarato dal 21% del campione.
Il livello di occupazione resta alto: il 63% degli intervistati prevede nuove assunzioni per il prossimo quadrimestre, soprattutto operai (specializzati e non), impiegati e specialisti digital/BIM.
L’Osservatorio SAIE ribadisce la ritrovata vivacità dell’industria edile anche a proposito della soddisfazione per il portafoglio ordini, che il 90% delle imprese ritiene adeguato ai livelli di sostenibilità finanziaria.
Una filiera pronta a ripartire
I bonus fiscali, una burocrazia più snella e lo sblocco dei cantieri sono i principali responsabili della ripartenza dell’edilizia italiana. Qualche problematica, però, non manca: primi tra tutti, rischiano di rallentare il comparto l’aumento dei prezzi, la carenza di formazione tecnico-professionale e l’incertezza normativa – specialmente a seguito delle dimissioni del premier Mario Draghi.
Gli incentivi più apprezzati secondo l’Osservatorio SAIE sono quelli relativi alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio e soprattutto all’efficientamento energetico. Il mondo edile continua a veder procedere di pari passo la rivoluzione digitale e quella green, i due grandi trend che influenzano maggiormente lo scenario attuale.
L’81% delle imprese investe quasi un terzo del proprio fatturato in ricerca e innovazione, puntando soprattutto su sicurezza informatica, connettività 5G e intelligenza artificiale. Cresce quasi allo stesso modo ad acquistare macchinari di nuova generazione e a basso consumo energetico.
“I numeri del nostro Osservatorio – commenta Emilio Bianchi, Direttore Generale di SAIE – mettono in luce una filiera in buona salute, pronta ad intraprendere un percorso che metta al centro i concetti di innovazione, sostenibilità e formazione anche per far fronte ad uno scenario economico complesso. Veniamo da due anni di grandi trasformazioni, che richiedono un continuo aggiornamento non soltanto in termini di competenze, ma anche di networking e conoscenza del mercato. Non è un caso che il 73% delle aziende abbia espresso la volontà di allargare la propria rete di contatti, indeboliti a causa della pandemia”.