Il Governo nell’ultimo mese ha firmato i primi 6 dei 15 Patti per il Sud con Regioni e Città metropolitane, accordi bilaterali previsti dal Masterplan per il Mezzogiorno per la realizzazione di interventi di sviluppo, presentato nel 2015.
Gli accordi allineano risorse già assegnate con precedenti strumenti di programmazione o disponibili, provenienti da Por e Pon 2014-2020, Fondo di sviluppo e coesione (Fsc), Piani di azione e coesione (Pac) e Programmi ordinari di convergenza (Poc), rendendoli disponibili però in maniera immediata per progetti che Regioni e Città metropolitane ritengono prioritari.
Fino ad oggi ne sono già stati firmati 6: con Regione Campania, Calabria e Basilicata e con le Città metropolitane Catania, Palermo e Reggio Calabria, per un importo complessivo di 20 miliardi di euro. Riguardano soprattutto infrastrutture di trasporto, opere di messa in sicurezza antisismica e contro il dissesto idrogeologico, edilizia scolastica, beni culturali e riqualificazione urbana.
Per la Regione Campania il patto stanzia 9,5 miliardi di euro e prevede interventi di realizzazione e miglioramento delle infrastrutture di trasporto, iniziative per la gestione dei rifiuti, messa in sicurezza di zone a rischio idrogeologico, bonifica di ex aree industriali e piani di sviluppo produttivo.
Per la Regione Calabria, lo stanziamento è, invece, di 4,9 miliardi di euro, utilizzabili per la messa in sicurezza del territorio contro il rischio idrogeologico e l’erosione costiera, per bonifiche, opere di antisismica e sistemi depurativi, ma anche per interventi a sostegno della portualità, del sistema aeroportuale, della mobilità sostenibile, dell’edilizia scolastica e sanitaria.
Per la Regione Basilicata il patto prevede interventi per la infrastrutture ferroviarie e stradali, investimenti sulla banda larga, la scuola digitale e la cartella sanitaria elettronica, oltre alla messa a norma dei depuratori e investimenti particolari per Matera, capitale europea della cultura nel 2019. In totale saranno spesi 4 miliardi di euro.
La Città metropolitana di Reggio Calabria ha firmato un patto per avere a disposizione 410 milioni di euro spendibili in infrastrutture e mobilità sostenibile, ambiente, sviluppo economico, istruzione, lavoro, turismo e cultura, sicurezza.
La Città metropolitana di Catania, invece, si è vista assegnare 739 milioni di euro che spenderà per la maggior parte per la messa in sicurezza di corsi d’acqua e impianti di depurazione, e in parte limitata per infrastrutture di trasporto ed energetiche, per il turismo e la valorizzazione dei beni culturali.
Infine, la città metropolitana di Palermo ne potrà spendere 770 milioni di euro e lo farà per la nuova rete tranviaria e la messa in sicurezza di strade e ponti. Risorse saranno anche investite in cultura e turismo, riqualificazione dei centri storici e l’edilizia scolastica.
Entro giugno saranno sottoscritti anche i Patti con Puglia, Sicilia, Sardegna, Abruzzo, Molise, Napoli, Bari, Cagliari e Taranto.
Intanto non mancano le polemiche: “Emerge che per una quota prevalente (tra il 71% e il 75%) si tratta di soldi già stanziati dai governi precedenti, non nuovi” si legge su La Stampa, che pubblica il commento dell’economista Gianfranco Viesti: “Renzi ha raccolto quel che già c’è, sia in termini finanziari che di progetti. Il Fondo Sviluppo e Coesione nasce come intervento aggiuntivo rispetto ai fondi ordinari, per questo è riservato in gran parte alle regioni più deboli. Negli Anni 90 Ciampi fece pubblicare una tabellina semplice ma fondamentale, che comprendeva per ogni regione i fondi ordinari e straordinari. Così si capiva se questi ultimi erano realmente aggiuntivi o sostituivano i primi. Di questa tabellina non c’è più traccia. Quindi il dubbio è legittimo: non è che Renzi mette nel patto per la Campania fondi ordinari, gli stessi della Lombardia a cui arrivano senza bisogno di firmare un patto con Maroni?”.
Foto credit: Dimitry B.