Varietà di strumenti urbanistici, eccessivo tempo impiegato per completare l’iter di adozione e approvazione degli strumenti di pianificazione e mancato aggiornamento e adeguamento dei diversi strumenti alla normativa vigente. È questo il quadro delle problematiche sulla pianificazione urbanistica in Italia, individuate dall’ “Indagine sulla pianificazione territoriale ed urbanistica” del Centro Studi del CNI.
A presentarla, nell’ambito del Convegno del CENSU “La formazione urbanistica dell’ingegnere e il governo del territorio”, il Presidente Luigi Ronsisvalle: “La nostra ricerca è stata lunga e complessa – ha detto – e ci sarà bisogno di tempo per completarla. Per ora ci siamo limitati agli aspetti ricognitivi e abbiamo constatato come il solo reperimento dei dati nelle varie regioni sia molto arduo. Emerge un quadro molto complicato, con situazioni, fra le diverse regioni, difficilmente confrontabili fra loro, che rende difficile anche la semplice conoscenza del panorama complessivo”.
Lo studio, avviato nell’estate 2014 e ancora in corso, si sviluppa su due ambiti: il quadro normativo regione per regione e la situazione comunale, relativa all’adeguamento dei comuni agli strumenti regionali. L’immagine che viene fuori da questa prima fase di ricerca è quella di una situazione nazionale caotica e confusa: “nelle 12 regioni per le quali siamo riusciti a ricostruire il quadro normativo esistono ben 35 diversi strumenti e 37 sotto strumenti. Mi chiedo a cosa serva tutto ciò. – ha dichiarato il Presidente del Centro Studi CNI secondo quanto riporta edilportale.it – Questa complessità produce forse scelte politico-amministrative coerenti con le esigenze di salvaguardia e di corretto uso del territorio? Siamo riusciti, ad esempio, ad evitare che si costruisse in terreni franosi con la conseguenza dei disastri che tutti noi conosciamo? O in aree soggette ad esondazioni? Direi proprio di no. Considerato il risultato finale, è lecito concludere che tutta questa complessità non ha senso. Urge, pertanto, una reale semplificazione e razionalizzazione”.
“Si parla tanto di semplificazione – ha concluso Ronsisvalle – ma un’articolazione così complessa della normativa, da regione a regione e da comune a comune, rende molto difficile la sua realizzazione. Anche solo il mettere a sistema all’interno delle regioni i dati dei singoli comuni appare in molti casi un’impresa ardua”.