Priorità alle incompiute. Sarà questo il criterio con cui i Comuni dovranno stilare i programmi triennali e gli elenchi annuali delle opere da mettere in cantiere.
L’indicazione arriva dal decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, attuativo del Codice Appalti, che si trova alle battute finali prima dell’approvazione.
Tra le altre priorità la bozza individua i lavori di manutenzione, il recupero del patrimonio esistente, il completamento di opere già iniziate, i progetti definitivi o esecutivi già approvati, gli interventi cofinanziati con fondi europei e gli interventi finanziabili con capitali privati.
Se il decreto dovesse essere approvato, i programmi triennali così come gli aggiornamenti dovranno essere costituiti da schede indicanti le risorse necessarie per la realizzazione dei singoli interventi con un cronoprogramma per l’impiego dei finanziamenti, un elenco delle opere incompiute, uno con gli immobili disponibili, gli interventi del precedente programma non riproposti o avviati.
Dovranno essere specificati i lavori da avviare nel primo anno e le risorse disponibili in bilancio o grazie all’erogazione di contributi.
Le opere incompiute dovranno essere inserite nei programmi triennali indipendentemente dall’importo necessario per il completamento. Per ciascuna si dovranno indicare modalità e risorse per portare a termine i lavori e, se necessarie, anche soluzioni alternative per il riutilizzo ridimensionato, il cambio di destinazione d’uso, la cessione a titolo di corrispettivo per la realizzazione di un’opera pubblica.
Stadi senza spettatori, gallerie senza strada, dighe senza acqua, ospedali senza medici e pazienti, scheletri di cemento abbandonati su bellissime spiagge. L’Italia è tristemente ricca di opere incompiute ed ecomostri che ne deturpano territori di estrema bellezza. Ci sono più di 600 esempi di spreco economico e umano, di cui ci siamo in passato occupati curando una rubrica specifica.
Speriamo che un decreto come questo se non a risolvere il problema, sia quantomeno utile a ridimensionarlo.
Foto credit: Davide Palmisano