Il PNRR è uno strumento importante per il recupero del patrimonio edilizio nazionale, ma non solo. Tra i suoi punti, anche un’attenzione alle infrastrutture e all’innovazione tecnologica delle imprese
La scelta di legare il Superbonus ai fondi PNRR risale al 2021, per volere del Premier Mario Draghi. La mossa aveva come obiettivo quello di usare le sovvenzioni europee per ridurre l’impatto della maxi-detrazione sui conti pubblici. L’incentivo al 110%, nato per incoraggiare la ristrutturazione degli edifici, rischiava infatti di allargare il deficit pubblico.
Gli effetti della decisione di Draghi si fanno sentire ancora oggi, tanto che di recente il Ministero dell’Ambiente ha pubblicato l’elenco delle villette e degli appartamenti che possono godere dei fondi del PNRR per coprire le spese di ristrutturazione via Superbonus.
La lista conta 60.755 interventi, per un totale di 13,726 miliardi di euro a carico delle casse europee. Nello specifico, 6,5 miliardi sono da destinare alla ristrutturazione delle villette (46.922 in tutto), mentre i restanti 7,2 miliardi di euro andranno a beneficio dei 13.833 condomini. La spesa totale dei lavori sarà coperta dalla quota delle sovvenzioni, che così non generano direttamente deficit e debito aggiuntivo.
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Come sono distribuite le risorse
L’elenco del Ministero dell’Ambiente ha fatto variamente discutere. Per quanto riguarda le villette, sono tre i casi giudicati più eclatanti e si tratta di:
- una villetta di Guidonia Montecelio, vicino Roma, che ha ricevuto 426.969,22 euro con il Superbonus;
- un’abitazione unifamiliare a Tarzo, in provincia di Treviso, a cui sono stati destinati 400.410,24 euro;
- una villetta a Torre del Greco, nel napoletano, per la quale il costo della riqualificazione energetica è stato coperto con un assegno da 389.429 euro.
A proposito dei condomini, si distingue il residence di Marilleva a Mezzana, in provincia di Trento, che ha ottenuto la cifra di 38.825.882,20 euro.
Dal punto di vista geografico, la maggior parte dei contributi va a Lombardia e Veneto, che hanno ricevuto rispettivamente 2,92 miliardi e 1,55 miliardi di euro per le opere di ristrutturazione.
Il Mezzogiorno incassa il 26,4% dei finanziamenti, una cifra che si allontana dalla clausola del 40% che il PNRR specifica nell’ambito dell’obiettivo trasversale di coesione territoriale. A primeggiare è la Puglia, che ha ricevuto 682 milioni di euro per 2.210 villette e 531 condomini. Seconda la Campania, a cui sono destinati 648 milioni divisi per 1.918 unifamiliari e 808 condomini.
L’aggiornamento del PNRR
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è per il nostro Paese un importante volano di sviluppo. Per dirlo con le parole di Gianfranco Viesti, autore del libro “Riuscirà il PNRR a rilanciare l’Italia”, il Piano ha rappresentato un cambio di passo significativo per gli investimenti pubblici, a cui è infatti dedicato il 62% delle nuove risorse. Secondo l’autore, i principali meriti del PNRR riguardano l’attenzione verso le infrastrutture, il Meridione e le aree interne e gli investimenti green e digitali delle imprese.
Recentemente, però, il PNRR è tornato a far parlare di sé, complice anche la pubblicazione dei nuovi dataset su Italia Domani. L’aggiornamento ha messo in luce alcune criticità e mancanze del Piano, che la fondazione Openpolis ha raccolto in un dossier.
Nel documento si legge infatti che i nuovi dataset forniti da Italia Domani rendono difficile confrontare le variazioni tra il PNRR originale e quello rivisto. L’aggiornamento interessa gli stati di avanzamento procedurale dei progetti, ma non è completo sulle descrizioni dettagliate delle misure, che sono necessarie per comprendere obiettivi e azioni.
Al di là delle opere di ristrutturazione, l’aggiornamento del Piano mette in risalto tre misure in particolare, tutte implementate attraverso crediti d’imposta. Queste riguardano:
- Ecobonus: rappresenta l’investimento più consistente all’interno del PNRR e offre agevolazioni fiscali per chi effettua lavori di ristrutturazione energetica, favorendo l’adozione di tecnologie sostenibili.
- Credito d’imposta per i Beni Strumentali 4.0: è il secondo investimento per entità, con 8,9 miliardi di euro allocati. Questa misura è parte del piano Transizione 4.0 e si concentra sull’innovazione e la digitalizzazione delle imprese italiane: il credito d’imposta sostiene infatti l’acquisto di macchinari e attrezzature avanzate, promuovendo l’adozione di tecnologie digitali e migliorando la competitività delle imprese.
- Transizione 5.0: conta un investimento di 6,3 miliardi di euro e supporta i progetti che integrano tecnologie avanzate con obiettivi di sostenibilità ambientale. La transizione 5.0 si concentra su settori strategici come la mobilità sostenibile e l’economia circolare, con l’obiettivo di creare un sistema produttivo più resiliente.
Insieme, questi tre investimenti rappresentano circa il 15% del totale del PNRR ed evidenziano l’importanza che il nostro Governo dà all’innovazione tecnologica, alla sostenibilità ambientale e agli stimoli fiscali. L’adozione dei crediti d’imposta come strumento principale di implementazione riflette la volontà di semplificare l’accesso ai fondi e accelerare la spesa, riducendo allo stesso tempo le barriere burocratiche e amministrative.
Fonti:
- SkyTG24, “Superbonus, usati oltre 13 miliardi di euro del PNRR per lavori a villette e condomini”;
- Corriere della sera – Economia, “Superbonus, mezzo milione di euro (del Pnrr) per ristrutturare villette a Guidonia o Tarzo: l’elenco dei lavori finanziati”;
- Treccani Magazine, “Riuscirà il PNRR a salvare l’Italia? – Recensione del libro di Gianfranco Viesti” di Tommaso Sacconi;
- Lentepubblica.it, “La spesa dell’Italia per il PNRR è ancora piena di lacune e criticità”.