All’indomani del terribile crollo del Ponte Morandi a Genova, la commozione corale del mondo dell’architettura si era tradotta in un ventaglio ricco di proposte per la ricostruzione.
Tra le varie ipotesi è poi stata scelta quella del progetto di Renzo Piano, la cui costruzione è iniziata ufficialmente a giugno con la promessa dell’allora Ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli che fosse ultimata nella primavera 2020.
Arriva ora dal dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Catania un progetto integrativo, raccontato dal professore Rosario Lanzafame, docente di Energia e Sistemi per l’ambiente, al quotidiano Meridionews.
“Il progetto ha l’obiettivo di dare il via a sistemi capaci di assorbire grandi quantità di anidride carbonica, così da migliorare la qualità della vita partendo dai grandi tessuti urbani tramite l’istallazione di piante nelle grandi opere”, ha dichiarato il professore a Meridionews.
Il progetto è quello di collocare delle piante nei diciannove piloni che costituiranno la struttura del nuovo ponte di Genova, per riuscire ad abbattere oltre 6 mila tonnellate di anidride carbonica presenti nel centro urbano del capoluogo ligure.
È questo l’obiettivo finale di un ambizioso progetto di “Carbon Sequestration” nato dalla collaborazione pluriennale tra il prof. Rosario Lanzafame e l’azienda Planeta Srl, che punta a valutare l’indice di assorbimento di CO2 da parte della pianta, in relazione all’unità di superficie captante, al tempo di esposizione e al livello dell’irraggiamento solare.
I campi di applicazione, spiegano dall’università di Catania, potrebbero essere diversi e articolati: strade cittadine e autostrade, parchi, piazze, prospetti di edifici, ambienti urbani a ridosso delle Ztl cittadine e anche ponti e viadotti.
Alla base dell’idea c’è, infatti, l’individuazione e la selezione, attraverso la sperimentazione, delle piante più significative, in termini di capacità assorbenti la CO2, utili alla progettazione di sistemi innovativi per l’abbattimento di gas climalteranti in ambiente cittadino, sulla scorta di quanto promosso dal ‘Patto dei Sindaci’ varato dalla Commissione Europea a supporto delle strategie messe in campo dagli enti locali nell’attuazione delle politiche di sostenibilità ambientale.
“Il lavoro parte da diversi calcoli matematici e dall’individuazione di diverse piante con alte capacità di assorbimento – spiega Lanzafame a Meridionews – La scelta è ricaduta sulla Helix, una pianta rampicante della stessa famiglia dell’edera con alte capacità riproduttive e di sviluppo”.
“Questo tipo di sistema sul nuovo ponte di Genova potrebbe essere di grande impatto per la diffusione, abbiamo presentato il progetto al commissario: attendiamo la convocazione – conclude – L’obiettivo è quello di portarlo anche a Catania, nel posto dove viviamo: stiamo cercando di farlo partire, vedremo le scelte che prenderà il Comune in futuro”.