Ponte sullo Stretto: pro e contro di un’opera costruita a parole

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Peculiarità geologiche e ambientali, costi, sostenibilità, ma soprattutto opinioni. Parliamo ancora del Ponte sullo Stretto, stavolta attraverso una serie di considerazioni, a favore e contro. Per chi volesse esprimere il proprio parere, abbiamo creato un breve sondaggio anonimo, qui.

Il Ponte sullo Stretto è una delle opere più dibattute della storia italiana. Non è solo una questione di ingegneria, ma anche di politica, di società, di geologia e soprattutto di opinioni. Proprio per l’ultimo motivo abbiamo voluto raccogliere una serie di considerazioni, a favore e contro il Ponte sullo Stretto e vi invitiamo ad esprimere il vostro parere tramite il nostro sondaggio.
Naturalmente, non prima di aver letto l’articolo e di aver fatto un breve ripasso sulla storia del Ponte, di cui abbiamo già scritto qui.

Le condizioni geologiche e ambientali dello Stretto di Messina

Le eccezionali caratteristiche geologiche e ambientali dello Stretto di Messina sono forse l’argomento più dibattuto quando di parla della possibilità di costruire un ponte. Fondali profondi, forti correnti marine, venti particolarmente intensi ed elevato rischio sismico renderebbero il Ponte sullo Stretto un’opera di difficile realizzazione. Ad aggravare la situazione, la zona di estensione geologica che si trova proprio in corrispondenza dello Stretto: Sicilia e Calabria si allontanano ogni anno di 4 / 10 millimetri, circa un centimetro l’anno nella peggiore delle ipotesi. 

Il distanziamento tra le due sponde, il rischio sismico e l’esposizione a venti particolarmente violenti sono tutte questioni già affrontate da strutture simili, in altre parti del mondo. I ponti sospesi sono per loro natura strutture antisismiche, estremamente flessibili, costruite con materiali elastici in grado di assorbire il distanziamento tra le coste e progettate in modo da assecondare i flussi d’aria.

Eppure, non esiste ancora una struttura che ha confermato la sua robustezza, immersa in uno scenario ostico come quello dello Stretto di Messina. La principale sfida starebbe nella lunghezza della campata (il tratto sospeso), molto più lunga di quella che attualmente detiene il record mondiale: 3300 metri circa rispetto ai 1900 metri del Ponte dello Stretto di Akashi. Una luce grande significa grandi altezze dei piloni – nelle ipotesi di progetto arrivano fino a 400 metri – e un maggior numero di cavi: ne sono stati ipotizzati quattro, contro i canonici due utilizzati di solito.

Quanto costerebbe il Ponte sullo Stretto?

In base al progetto attuale, il costo complessivo per realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina sarebbe di 7,1 miliardi di euro. Chi lo pagherebbe? Di certo non potrà essere fatto rientrare nel Recovery Plan, perché le opere previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza devono essere rendicontate nel 2026, mentre nel caso del ponte si parla di almeno dieci anni di lavori. Non dimentichiamoci che stiamo già pagando il Ponte sullo Stretto che è costato circa un miliardo di euro dal 1971 a oggi, tra penali e indennizzi.

Indipendentemente dall’ammontare della cifra, che come ogni grande opera è sicuramente elevata, il ponte avrebbe comunque un impatto positivo sulle casse dello Stato, in termini di rilancio economico, e verrebbe ammortizzato in un arco temporale lunghissimo.
Assorbirebbe poi quei “costi dell’insularità della Sicilia”, stimati nel 2021 da uno studio effettuato dalla Regione siciliana e dall’istituto di ricerca Prometeia. Secondo lo studio, citato in un articolo de Il Sole 24 Ore, lo svantaggio per le imprese e i cittadini siciliani si tradurrebbe in circa 6,54 miliardi l’anno, pari al 7,4% del Pil regionale.

La sostenibilità ambientale del Ponte sullo Stretto

Come ogni grande costruzione, anche il Ponte sullo Stretto crea un problema ambientale. Innanzitutto con l’inserimento dei cantieri che produrrebbero rumore e interferirebbero sia con l’habitat di specie animali marine protette sia sui flussi migratori di cetacei e volatili. L’infrastruttura ultimata creerà inevitabilmente delle modifiche paesaggistiche

Il ponte ridurrebbe il consumo del suolo adesso imputabile alle infrastrutture di imbarco di auto e treni, l’inquinamento delle acque provocato dai traghetti che transitano continuamente su quel tratto di mare e le emissioni di CO2 che derivano dalle code agli imbarchi. Libererebbe inoltre le zone urbane di Villa San Giovanni e di Messina in particolare, utilizzata spesso come svincolo autostradale. 

Il traffico e i problemi di viabilità in Sicilia

Come diceva Paolo Bonacelli in Johnny Stecchino, il traffico è una grave piaga che diffama la Sicilia agli occhi del mondo. E in effetti, tra i Porti di Messina, Villa San Giovanni e Reggio Calabria transitano ogni anno oltre 10.000.000 di passeggeri, sia a piedi che a bordo di circa 1.800.000 autovetture e 400.000 mezzi pesanti. A questi si aggiungono più di 1.500.000 di passeggeri e 800.000 tra mezzi pesanti e autovetture sulle tratte Tremestieri-Villa San Giovanni-Reggio Calabria. Per tutti questi trasferimenti vengono effettuate circa 100.000 corse tra traghetti, navi ferroviarie, mezzi veloci e aliscafi. Le cifre sono state riportate dal Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto, Mario Mega, nel marzo 2022.

La costruzione del Ponte sullo Stretto comporterebbe un risparmio di tempo e una notevole diminuzione del traffico cittadino tra Messina e Villa San Giovanni. D’altro canto, ci si potrebbe aspettare un aumento del traffico, sia gommato che ferroviario, sul ponte perché si impiegherebbero pochi minuti per attraversare lo Stretto di Messina, contro i 60 minuti attuali. Il ponte consentirebbe comunque uno smaltimento efficace e fluido del traffico, perché eliminerebbe la strozzatura dello Stretto e le attese per l’arrivo dei traghetti. 

Il Ponte sullo Stretto sarebbe certamente un collegamento tra Sicilia e Calabria, ma un collegamento che bisognerebbe raggiungere nonostante le gravi carenze di entrambe le regioni a livello ferroviario e autostradale. Per questo motivo, c’è chi l’ha definito “un’astronave nel deserto”.

Se anche voi vi siete fatti un’opinione sul Ponte sullo Stretto, vi invitiamo ad esprimerla nel sondaggio che abbiamo creato e che trovate a questo link.
Nel frattempo, Sicilia e Calabria continuano a guardarsi, protese l’una verso l’altra come a tendersi la mano, senza mai toccarsi.

Fonti: IlSole24Ore, Geopop.it, Wikipedia.org, Letteraemme.it, Siciliainprogress.com, Essenziale.it
Credit foto: GazzettadelSud, Fortunato Serranò, Agf

2 COMMENTI

  1. Su queste sponde v’è un mito che resiste da 2.700 anni (Scilla e Cariddi) che procede insieme alla civiltà, ebbene si pensa forse che il ponte possa resistere altrettanto tempo? Il ponte farà soltanto un disastro.
    I favorevoli citano altre opere simili sparse per il mondo, ma quelle non hanno quanto ha questo stretto. Inoltre pare essere una esigenza soltanto dei siciliani poiché dai calabresi non v’è così tanto entusiasmo. Si guardino le cronache locali riservate a questo progetto. Inoltre, come accennato da alcune parti politiche, diverrebbe il ponte di uno che s’è detto nullafacente. Dunque se queste sono le premesse…

  2. A prescindere dalla forzatura politica insensata, i costi sono proibitivi per le casse dello Stato e gli stessi potrebbero essere dedicati a soddisfare tante opere più utili e, sicuramente più necessarie, alle condizioni sociologiche dei Cittadini Italiani.
    Le condizioni ambientali e sismiche del territorio sono totalmente e palesemente a sfavore della sua realizzazione.

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