Un padiglione musicale interattivo pensato per sensibilizzare sull’importanza degli ecosistemi e della biodiversità.
Quando realizzò Wunderbugs nel 2014, Francesco Lipari aveva le idee ben chiare: il progetto, infatti, è un tentativo di mettere il pensiero architettonico al servizio di una visione più olistica per stimolare nuovi scenari e portare l’interazione nella sfera domestica.
Fondatore dello studio OFL Architecture, Lipari ha sintetizzato il suo pensiero nel progetto di ricerca della Città emozionale: scopo dell’iniziativa è la creazione di “un’architettura ancestrale e universale, che sia capace di suscitare emozioni e generare condizioni sociali e spaziali prive della capacità di creare relazioni positive”.
Wunderbugs, presentato a Roma in occasione della Maker Faire Europe a Roma, rientra in questa precisa visione. Nello specifico si tratta di un giardino sonoro, un gioco di architettura, tecnologia e geometria che fa da tramite fra la natura e l’uomo.
L’installazione è composta da sei micro-ecosistemi sferici, dotati di una scheda Arduino e di sensori di luminosità, prossimità e movimento. Ogni sfera è collegata a un pannello di controllo attraverso il quale determinare l’accensione e lo spegnimento manuale di ogni singola unità, a seconda del paesaggio sonoro che si vuole realizzare.
L’umidità, la temperatura, la velocità del vento e la vicinanza dei visitatori producono infatti dei segnali che vengono tradotti in una composizione musicale di sottofondo, trasformando Wunderbugs in un ambiente immersivo dal valore artistico, scientifico e didattico.
Oltre al pubblico, protagonisti del progetto sono gli insetti: api, bachi da seta, grilli, cavallette, mosche e scarafaggi sono ospitati all’interno delle sfere, ognuno nello specifico ecosistema che gli è più adatto.
Equilibrio e rispetto: architettura della condivisione
Promuovendo l’idea di una città in equilibrio fra tutti gli esseri viventi, Wunderbugs rende insetti e piante una compagnia tutta da riscoprire, il tramite attraverso cui l’uomo può tornare a sentirsi un tutt’uno con la natura.
L’architettura diventa così capace di incoraggiare l’aggregazione e la condivisione fra le persone, suscitando nuove emozioni grazie alle meraviglie naturali: come Sainthorto e Zighizaghi, ancora dello studio OFL Architecture, anche Wunderbugs fa parte della serie di dispositivi ecosistemici di comunità e segue una precisa strategia di rigenerazione urbana – che è quella della Città emozionale.
All’origine di Wunderbugs c’era quindi il desiderio di costruire un ecosistema bilanciato e rispettoso di tutte le forme di vita. L’obiettivo ha richiesto una collaborazione studiata ad hoc, che ha coinvolto tre architetti, un esperto del suono, un interaction designer, un compositore, un’entomologa e un apicultore.
L’esaltazione del rapporto uomo-insetto passa anche dalla stessa struttura del padiglione, un’architettura ispirata alle forme tipiche del barocco romano e alle geometrie costruite o tessute naturalmente dagli insetti.
Wunderbugs è stato concepito come insieme di elementi semplici e ripetitivi, ma mai banale o scontato. Il progetto, infatti, conta 1.104 moduli ad arco, 92 rombi che alternano pieni e vuoti e 198 nodi in legno per regolare l’andamento curvilineo: è la stessa modularità del padiglione a permetterne quindi una continua scoperta.
Dalla sua prima presentazione, Wunderbugs si è sempre distinto come un progetto unico e sorprendente e non poteva passare inosservato: nel 2015, infatti, il padiglione ha superato una concorrenza di oltre 3.000 partecipanti provenienti da 80 Paesi e si è aggiudicato l’ambito A+ Award indetto da Architizer.