Riforma del Codice Appalti: come cambieranno le regole dei contratti pubblici

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Sei mesi di tempo per stabilire le nuove regole su appalti e contratti pubblici. La “Delega al Governo in materia di contratti pubblici”, approvata nei giorni scorsi in Senato, è stata pubblicata in Gazzetta lo scorso 24 giugno ed entrerà ufficialmente in vigore il 9 luglio. Il nuovo Codice Appalti, che dovrà essere approvato entro il 9 gennaio 2023, servirà a semplificare la disciplina che regola i contratti pubblici e ad allinearla a quella adottata dagli altri Stati membri dell’Unione Europea. 

I principi guida del nuovo Codice Appalti

La legge delega ha individuato 31 principi guida da seguire per la redazione del nuovo Codice Appalti. Tra questi spiccano:

  • riduzione e razionalizzazione delle normative, con specifico divieto di gold plating, che consiste nell’introduzione di livelli di regolazione superiori a quelli richiesti dalle direttive europee;
  • incoraggiamento della partecipazione di micro e piccole imprese;
  • semplificazione delle procedure per gli investimenti in tecnologie verdi;
  • revisione delle competenze dell’Anac (Autorità Nazionale Anti-Corruzione), per rafforzarne le funzioni di vigilanza;
  • obbligo per le stazioni appaltanti di introdurre un regime di revisione nei prezzi;
  • tutela del lavoro, della sicurezza e dell’inclusività.

Micro e piccole imprese

La partecipazione di micro e piccole imprese è esplicitamente incoraggiata dalla legge delega. Da un lato, sarà possibile definire dei criteri premiali per favorire l’aggregazione d’impresa. Dall’altro, gli appalti potranno essere suddivisi in lotti da assegnare a singole imprese, sulla base di criteri qualitativi o quantitativi.

Revisione dei prezzi e divieto di prestazione gratuita

Le stazioni appaltanti avranno l’obbligo di inserire un regime obbligatorio di revisione dei prezzi nei bandi di gara, negli avvisi e negli inviti. I prezzi potranno essere quindi rivisti nel caso si verificassero condizioni oggettive e non prevedibili, come la variazione dei costi derivanti dal rinnovo dei Ccnl nazionali. 

Si ribadisce il divieto di prestazioni professionali gratuite, salvo casi eccezionali che dovranno comunque essere adeguatamente motivati. 

Aspetti problematici

Il nuovo Codice Appalti si pone l’obiettivo di riscrivere una disciplina complessa che, negli ultimi anni, è stata appesantita da una burocrazia eccessiva. Uno degli elementi di criticità riguarda le tempistiche: la legge delega prevede che la nuova normativa dovrà essere operativa entro la fine del 2023, mentre la scadenza del PNNR – il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approvato nel 2021 per rilanciare l’economia italiana – è fissata per il 2026. Si spera quindi in un’accelerazione dei tempi e in uno snellimento della materia, atteso già da tempo.

Fonti: Edilportale.com, Ediltecnico.it, Appaltiecontratti.it

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