Riforma del Codice Appalti: le proposte in campo

1160

Dopo le annunciate modifiche prima dell’estate, sembra che il Governo sia finalmente al lavoro per la riforma del Codice Appalti. Riforma che dovrebbe andare nella direzione di una semplificazione delle procedere per sbloccare il mondo degli appalti.

Si è conclusa la fase di consultazione indetta dal Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, che ha visto il contributo di diversi operatori di settore, tra cui l’Ance e l’Oice.

L’Associazione nazionale costruttori edili propone il ritorno all’appalto integrato: l’obbligo di dover andare in gara con la sola progettazione esecutiva ha rappresentato, secondo l’Ance, un ostacolo al percorso di crescita e atterraggio degli investimenti, tanto più se legato alla difficoltà di individuare risorse e figure professionali per le sole progettazioni. Per questo occorrerebbe ripristinare la possibilità di ricorrere all’appalto integrato, consentendo alla stazioni appaltanti di affidare la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori sulla base di un progetto definitivo. L’idea è che la restrittiva disciplina del subappalto in Italia limiti la crescita di micro, piccole e medie imprese.

L’Oice, invece, sottolinea che sia necessario separare i ruoli di progettista e costruttore in modo netto. “Immaginare, nel nome dell’ipotetica semplificazione rappresentata dal far fare gli esecutivi alle imprese, di tornare indietro annacquando l’obbligo di affidare i lavori sulla base di un progetto esecutivo significherebbe mettere in pericolo la terzietà del progettista, che lavora per e nell’interesse della stazione appaltante – si legge nel comunicato Oice – Senza contare che spessissimo, demandare gli esecutivi alle imprese non significa nient’altro che far subappaltare comunque gli esecutivi dalle imprese agli stessi progettisti. Dove sarebbe l’effetto “liberatorio” o di accelerazione della spesa? L’effetto ottenuto sarebbe solamente quello di costringere nuovamente il progettista ad operare sotto l’egida dell’impresa, a minor prezzo, quindi a discapito della qualità”.

Arriva adesso anche la proposta della Conferenza delle Regioni: dare alle amministrazioni la possibilità di affidare incarichi di progettazione complessi senza privilegiare concorsi di progettazione o di idee, prevedere verifiche solo sui progetti a base di gara e indicare la terna dei subappaltatori solo in fase di aggiudicazione.

Ad oggi, infatti, la progettazione di lavori di particolare rilevanza prevede che le stazioni appaltanti ricorrano a professionalità interne, purché competenti, o procedano dando priorità al concorso di progettazione o di idee.

Le Regioni propongono di semplificare questo passaggio affidando incarichi a professionalità esterne riducendo tempi di preparazione delle offerte e di selezione.

Come l’Ance poi, le Regioni propongono il ritorno all’appalto integrato, che ridurrebbe i tempi di realizzazione delle opere. Suggeriscono, inoltre, di ricorrere ai princìpi di proporzionalità e economicità dell’azione amministrativa al fine di evitare che le attività progettuali costino di più delle opere stesse o si impieghi più tempo per progettare che per realizzare l’opera.

Infine la Conferenza delle Regioni propone di estendere la progettazione semplificata anche alle manutenzioni straordinarie fino a 2,5 milioni di euro. Al momento l’iter semplificato è riconosciuto solo alle manutenzioni ordinarie. Ciò velocizzerebbe i tempi di rinnovo o sostituzione di parti anche strutturali degli edifici, la realizzazione e l’integrazione di servizi igienico- sanitari e tecnologici, che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni d’uso.

Nessuna anticipazione ancora su quali di queste proposte saranno accolte dal Governo. Quel che sappiamo è quanto sostenuto dal Ministro Toninelli secondo quanto pubblica edilportale.com:”non bisogna foraggiare il Paese di grandi opere ma dotarlo di tante piccole opere diffuse incrementando l’istituto del project review. C’è la necessità di puntare sulla tecnologia nell’edilizia di qualità e negli appalti pubblici implementando il BIM nelle opere pubbliche e cercare quindi di migliorare il lavoro dei professionisti del settore”.

CONDIVIDI

NESSUN COMMENTO

SCRIVI UNA RISPOSTA