Nell’Isola le aree da riqualificare sono diverse. Programmi e finanziamenti ci sono, ma per attuare i progetti potrebbe essere utile snellire la burocrazia
In Sicilia soffia una certa aria di rinnovamento e, dopo le infrastrutture, si pensa ai progetti di rigenerazione urbana. Per questi interventi, l’Isola ha a disposizione 1 miliardo e 149 milioni di euro a valere sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La cifra sarebbe così divisa:
- 214,7 milioni per 9 progetti ammessi al Programma per la qualità dell’abitare (PINQuA);
- 513 milioni per i Piani urbani integrati;
- 421,6 milioni per il Programma “Piccoli comuni” del Viminale, a cui si aggiungono risorse stanziate dal MEF, dal Piano nazionale complementare e dalla Banca Europea degli Investimenti.
I lavori da avviare sono molti. Così tanti che, secondo l’elaborazione del Centro Studi di Ance, circa 1 miliardo di euro di investimenti rischiano di uscire dal PNRR. Nello specifico si tratterebbe di 360 progetti per un valore di 922,1 milioni di euro, suddivisi tra:
- 253 progetti nell’ambito della rigenerazione urbana, per un valore di 420,7 milioni di euro;
- 107 interventi dei Piani urbani integrati, per 501,5 milioni.
Il Governo ha già assicurato le coperture necessarie, ma, considerata l’attuale poca disponibilità economica dei Comuni, questi lavori potrebbero tardare.
In ogni caso, oltre ai fondi già stanziati dal Ministero delle Finanze, il PNRR ha dato una forte spinta alla strategia nazionale di riqualificazione con investimenti pari a 2,8 miliardi di euro. In Sicilia i fondi hanno finanziato la realizzazione di 1.004 unità abitative su un milione di metri quadrati da riqualificare, con una spesa di 214 milioni di euro.
Il problema delle case vuote
Quando parliamo di riqualificazione urbana facciamo riferimento ai programmi di recupero del patrimonio immobiliare e urbano, studiati per garantire la qualità e la sicurezza dell’abitare dal punto di vista sociale e ambientale. Questi programmi si rivolgono soprattutto alle periferie e alle aree più degradate, dove tra l’altro non è raro trovare numerose case vuote.
Per fare un punto sulla Sicilia, il censimento Istat del 2021 ha contato sull’Isola un milione e 157 mila abitazioni inutilizzate, il 36% del totale. Alcuni comuni delle aree interne arrivano a superare il 70%: a Novara di Sicilia, per esempio, le case vuote sono 1.971, tre immobili ogni quattro.
A preoccupare sono però i valori assoluti delle grandi città. A Catania le case vuote sono oltre 39 mila (il 23% dello stock); a Messina più di 35 mila (26,3%) e a Palermo circa 67 mila, ovvero il 21% del totale.
La rigenerazione urbana è importante soprattutto per ripopolare aree e recuperare unità abitative e di sviluppo urbanistico, economico e sociale. A tale proposito, come riportato da FocuSicilia, la segretaria del Sunia Sicilia Giusi Milazzo ha chiesto già mesi fa di individuare gli immobili pubblici dismessi per realizzare opere di edilizia pubblica e anche di mettere sul mercato dell’affitto gli alloggi privati non utilizzati.
Non solo edilizia residenziale
La rigenerazione urbana non interessa solo l’edilizia abitativa, ma anche opere e infrastrutture cruciali per lo sviluppo delle città. La riqualificazione ha l’obiettivo di sottrarre al degrado parti di città, rimettendole al servizio della collettività per fini sociali, turistici e culturali.
Un esempio in territorio siciliano è il Porticciolo di Sant’Erasmo, oggetto di riqualificazione nel 2019. Da area degradata, il waterfront palermitano è diventato un quartiere d’acqua contemporaneo. Stessa cosa si spera di poter dire anche per il porto di Catania, con il progetto “Catania guarda il mare”.
Dei progetti per rilanciare la Sicilia si è parlato a “Città in scena”, il festival diffuso della rigenerazione urbana che racconta e valorizza la capacità progettuale delle città italiane. Il tour ha fatto tappa al Castello Maniace di Siracusa il 15 maggio 2024.
Durante l’incontro, la Presidente nazionale di Ance Federica Brancaccio ha ribadito il ruolo strategico della rigenerazione per la crescita della Sicilia. Le opere da riqualificare sono molte e per la Presidente “dovremo essere pronti a investire sulle nostre città, sulle relazioni urbane e sociali e non solo economiche”.
In occasione di “Città in scena” sono stati presentati 16 progetti di rigenerazione urbana in Sicilia per il prossimo futuro. Questi interessano:
- l’ex Area Lolli a Palermo, dove dovrà sorgere il nuovo campus universitario della Lumsa;
- il Rione Cappuccinelli a Trapani;
- la periferia Est di Enna bassa;
- il risanamento delle baracche a Messina;
- il Parco di Ettore Paternò del Toscano in provincia di Catania;
- il waterfront Sbarcadero a Siracusa e le nuove fabbriche Spero a marina di Siracusa;
- l’ex scalo merci a Ragusa.
Per la realizzazione dei lavori è fondamentale la collaborazione tra pubblico e privato, ma non solo. Il Sud Italia e la Sicilia in particolare hanno ancora bisogno di investimenti pubblici per colmare il gap infrastrutturale che li caratterizza. Inoltre, come ricordato da Alberto Di Stefano, Vicepresidente di Ance Siracusa, occorrono anche una burocrazia intelligente e procedure snelle: è così che i progetti possono effettivamente diventare rigenerazione urbana.
Fonti:
- FocuSicilia, “Rigenerazione urbana, allarme di Ance: “In Sicilia a rischio un miliardo di fondi” ”;
- FocuSicilia, “In Sicilia gli affitti sono sempre più cari, ma un terzo delle case sono vuote” di Leandro Perrotta;
- FocuSicilia, “Riqualificazione urbana. Sull’Isola c’è molto da fare spiega Ance Sicilia”;
- Ance Sicilia, “Sicilia, a rischio un miliardo di euro per la rigenerazione urbana. Brancaccio (Ance): “Dobbiamo scongiurare questo pericolo. E’ sulle città, in particolare del Mezzogiorno, che si gioca la sfida” ”;
- Treccani, “Rigenerazione Urbana – Lessico del XXI secolo”.