Il rischio incendio ed esplosione nei cantieri edili è spesso sottovalutato. Nei cantieri edili si registrano, infatti, condizioni lavorative e organizzative problematiche che derivano dalla continua variazione della tipologia di lavorazioni in esecuzione, dalla possibile presenza di più imprese in contemporanea con mansioni distinte e da condizioni di sicurezza con standard spesso inferiori a quelli richiesti per le installazioni fisse.
Basti pensare, ad esempio, agli ingenti danni provocati al patrimonio artistico e culturale mondiale a causa di alcuni incendi che si sono sviluppati durante i lavori di restauro di alcuni edifici di pregio, come quello della Cattedrale di Notre Dame di Parigi dell’aprile 2019.
L’analisi arriva dall’Inail (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro), in collaborazione con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
Come organizzare un cantiere ai fini antincendio
Il documento è una vera e propria guida per la corretta organizzazione dei cantieri in modo da ridurre il più possibile il rischio di incendi ed esplosioni.
Un’appropriata mitigazione del rischio di incendio richiede una vera e propria ingegnerizzazione della progettazione della sicurezza antincendio, che può essere ottenuta solo con un’adeguata cultura della sicurezza. La cultura della sicurezza antincendio comporta lo studio, la regolamentazione, l’insegnamento e la condivisione con i vari portatori di interesse in tutti i settori della società dell’utilità di questo argomento fondamentale per migliorare il benessere del nostro Paese.
Tra i pericoli generalmente presenti nei cantieri, quelli originati dal fuoco risultano, spesso, sottovalutati. In realtà nel cantiere esistono diverse lavorazioni la cui esecuzione può determinare un’importante fonte d’innesco; l’uso di fiamme libere, ad esempio, per la messa in opera di guaine impermeabilizzanti, le operazioni di saldatura, gli impianti elettrici, la presenza, più o meno sporadica, di fuochi accesi, mozziconi di sigarette, ecc. incautamente abbandonati dai lavoratori. Inneschi che, se non efficacemente controllati, possono provocare incendi con conseguenze anche disastrose.
A causa della specificità del luogo di lavoro e della generale compresenza di più imprese e lavoratori autonomi, è possibile che nei cantieri gli obblighi inerenti la gestione delle emergenze, a carico del datore di lavoro, vengano regolati a parte, nell’ambito delle previsioni contrattuali, dirottandoli a carico del committente. In questi casi, il coordinatore della sicurezza in fase di progettazione (CSP) prevede, nell’ambito del piano di sicurezza e coordinamento (PSC), un sistema di gestione delle emergenze di tipo comune.
Negli appalti privati, è possibile porre a carico dell’appaltatore la gestione delle emergenze per conto dei subaffidatari (imprese esecutrici e lavoratori autonomi) e dei fornitori.
In cantiere le condizioni di lavoro sono caratterizzate dalla frequente rotazione del personale impiegato. Nell’allestimento del cantiere, quindi, bisogna porre attenzione alle aree di rischio maggiore, cioè:
– stoccaggio di materiali e uso di sostanze infiammabili;
– deposito di rifiuti in attesa di allontanamento dal cantiere;
– installazione di impianti elettrici fissi e temporanei;
– lavori di scavo in prossimità di reti di gas ed energia elettrica esistenti.
La prevezione: individuazione dei rischi prima di tutto
La guida individua le possibili fonti di rischio incendio ed esplosione, suddividendole in materiali combustibili e infiammabili in edilizia, rischio elettrico, lavori a caldo, lavorazioni con uso di materiale esplosivo da cantiere.
Nei cantieri di ristrutturazione e manutenzione la guida individua rischi aggiuntivi, causati dallo scavo in prossimità di tubazioni del gas e cavi di energia elettrica preesistenti, lavori che prevedono l’utilizzo di fiamme libere, stoccaggio di materiali infiammabili.
Uno studio specifico va dedicato agli edifici sottoposti a tutela, nei quali il fine della sicurezza antincendio deve essere perseguito in maniera coordinata con le esigenze di conservazione del bene tutelato, che spesso non consentono il rispetto di prescrizioni imposte dal classico approccio alla prevenzione incendi. Se l’adeguamento risulta troppo invasivo per il bene tutelato si può ricorrere al procedimento di deroga o anche all’approccio ingegneristico “Fire Safety Engineering” (FSE), che consiste nel quantificare l’impatto di ogni soluzione tecnica sull’evoluzione dell’incendio, al fine di progettare soluzioni che siano maggiormente proporzionate al rischio reale. In questi casi, si può ricorrere alla modellazione BIM, che consente, come richiesto dal Codice di prevenzione incendi, di includere ed interconnettere tutti i parametri necessari per la definizione dei vari aspetti della strategia antincendio nonché l’inserimento dei prodotti certificati ai fini antincendio.
Negli edifici tutelati, i rischi tipici dei cantieri edili possono essere amplificati dalle attività di restauro, che spesso prevedono lavorazioni meccaniche per attrito, utilizzo di solventi infiammabili e la compresenza di molteplici maestranze.
La guida contiene anche due focus che spiegano le possibili cause, l’evoluzione e i danni degli incendi di Notre Dame de Paris e della Cappella Guarini del Duomo di Torino, perchè l’analisi di quanto accaduto possa servire a non ripetere gli errori che hanno portato a perdite di patrimoni importantissimi.
Foto credit: Thorsten Töller