Nelle zone urbane si registrano temperature superiori a quelle della periferia. Vediamo insieme perché.
Negli ultimi anni stiamo assistendo a fenomeni di cambiamenti climatici che coinvolgono tutti i continenti provocando il surriscaldamento urbano.
Decine di studi scientifici dimostrano l’evidenza di questi fenomeni, che colpiscono in special modo le aree urbane del pianeta, con ondate di calore e fenomeni meteorologici più frequenti ed estremi.
L’effetto microclimatico che si verifica nei centri urbani, è detto “effetto isola di calore” e comporta un surriscaldamento urbano con un aumento delle temperature fino a 4- 5° rispetto alle zone periferiche o alle campagne.
Questo fenomeno è causato dall’intensa urbanizzazione ed è prevalente nei grandi centri urbani a causa delle superfici asfaltate e in cemento che assorbono calore e non permettono traspirazione. A questo spesso si associa l’utilizzo dei “materiali da costruzione pesanti”, di colore scuro, come nel caso dei centri storici italiani.
Il fenomeno dell’isola di calore urbana non si traduce, però, solo in un aumento delle temperature. Come segnala National Geographic, approfondendo l’argomento, spesso si sviluppano anche vari problemi contingenti come, ad esempio, una qualità peggiore dell’aria.
Cosa può aiutare a raffreddare le città.
Un primo passo è l’incremento delle aree verdi urbane, necessarie per la regolazione del microclima locale, poiché assorbono anidride carbonica.
Secondo un recente studio dell’American University pubblicato sulla rivista internazionale Environmental Letters, basato su 70 mila rilevazioni durante l’estate, anche un singolo albero piantato lungo una strada di città o in un giardino può fornire numerosi benefici. Lo studio suggerisce quindi che piantare alberi, anche pochi, può essere una strategia per mitigare il calore in città, in particolare in aree dove la presenza di parchi e aree verdi è scarsa.
Un intervento vincente è l’installazione di tetti verdi e giardini verticali che non solo restituiscono spazi utili alla socialità, ma contribuiscono al controllo microclimatico urbano, favoriscono l’evaporizzazione, l’assorbimento di agenti inquinanti e la riduzione di polveri sottili.
È possibile anche intervenire scegliendo materiali adeguati e di colore più chiaro che riflettono più luce solare e intrappolano meno calore.
Enea in uno studio specifico sul rapporto “Energia, ambiente e innovazione“ ha sperimentato l’utilizzo di materiali ad elevata riflettanza solare (RS) per contrastare il fenomeno crescente del surriscaldamento urbano. Si tratta dei cosiddetti Cool Materials (CM) che “consentono di contrastare le isole di calore urbane attraverso il raffrescamento passivo degli edifici, la riduzione delle temperature superficiali delle strutture esposte alla radiazione solare e il flusso termico entrante“.