Una grande struttura colorata, fatta di torri, finestre e ponti. L’installazione di Architensions reinventa il rapporto tra architettura e gioco, invitando il pubblico all’interazione.
Coachella 2022: musica, performance e design
Dopo due anni di stop, dal 15 al 17 e dal 22 al 24 aprile, si sono riaccesi i riflettori del Coachella Valley Music and Arts Festival, la kermesse che dal 1999 richiama musicisti, designer e creativi da ogni parte del mondo.
Anche stavolta la location è quella dell’Empire Polo Club di Indio, in California. A cambiare, sono i suoni e le forme che ogni edizione animano il festival. Tra questi “The Playground”, un’enorme e colorata installazione in acciaio di 1966 mq che, attraverso spazi bizzarri ma stranamente familiari, invita gli spettatori a riscoprire il piacere di stare insieme.
Interagire con lo spazio, lontani dalla tecnologia
Realizzata da Architensions, studio italo-americano guidato da Alessandro Orsini e Nick Roseboro, “The Playground” è composta da quattro torri alte tra i 12 e i 20 metri, le cui forme, seppur sviluppate verticalmente, ricordano da vicino gli spazi urbani solitamente dedicati al tempo libero, come piazze, teatri e portici. L’installazione colpisce anche per i colori intensi e per i giochi di luce. Le superfici sono ricoperte da pellicole dicroiche e specchi che, sotto i raggi del sole e in piena notte, riflettono colori e luci, richiamando l’attenzione degli spettatori.
Ispirata sia nei concetti che nelle forme a opere architettoniche come “Il Teatro del Mondo”di Aldo Rossi e “New Babylon” di Constant Nieuwenhuys, come spiega Alessandro Orsini: “The Playground […] crea un ambiente simile a un teatro, in cui le persone possono interagire in una sorta di performance. La nostra installazione offre inoltre l’opportunità di vivere uno spazio di svago senza l’uso della tecnologia, semplicemente interagendo con lo spazio e la sua materialità. L’utente è allo stesso tempo spettatore e performer.”
Un’opera dalla natura ludica per ricordarci che prendersi del tempo per se stessi non è mai un gioco.
Fonti: Archiportale, elledecor.com, Archdaily