Tre località, un destino comune.

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Una fitta barriera di villini sulla spiaggia si snoda lungo tre località in provincia di Trapani accumunate dal triste destino di vedere la propria costa distrutta dall’abusivismo edilizio: Marsala, Campobello di Mazara e Triscina.
Il triste paesaggio che condividono è il risultato del boom edilizio degli anni Settanta, che ha ignorato arbitrariamente che si trattasse di zone dall’inedificabilità assoluta a 150 metri dal mare.
Ad accomunare le tre località è anche la forza e la tenacia con cui i proprietari degli immobili da anni si oppongono a sequestri e demolizioni, affiancati spesso anche da amministratori pubblici, anch’essi proprietari delle villette.

A Marsala tra il 2011 e il 2012 sono stati abbattuti su ordine della Procura una decina di villini in Contrada Spagnola, poi più nulla fino a ottobre 2013 quando le ruspe sono tornate in azione. L’ordine di demolizione è stato firmato per 500 case, ma quelle abusive sarebbero in realtà migliaia. Una situazione di disparità che ha scatenato una vera e propria guerra tra abusivi.

Percorrendo la costa verso sud c’è poi Campobello di Mazara, un piccolo paese in cui l’abusivismo fa da padrone assoluto: settemila domande di condono edilizio per diecimila abitanti. Un comune il cui ex sindaco, Ciro Caravà, grande difensore dei proprietari degli immobili abusivi, è stato arrestato nel dicembre 2011, è stato rinviato a giudizio per associazione mafiosa e, dal settembre del 2012, deve difendersi anche
dall’accusa di concussione: avrebbe chiesto soldi a un imprenditore di Mazara del Vallo per far fargli avere la concessione edilizia per un albergo da 220 camere.

Infine, sei chilometri più ad est, Triscina, che con oltre 5mila case illegali ha il record assoluto di cemento illegale sulla spiaggia, peraltro in un’ area prossima al sito di Selinunte, uno dei parchi archeologici più estesi d’Europa. Qui la cementificazione abusiva non conosce soste, tanto che negli ultimi anni i carabinieri hanno messo i sigilli a decine di nuovi immobili abusivi. Solo i sigilli, perché le ruspe a Triscina non sono ancora mai arrivate e probabilmente continueranno a non arrivare dato che servirebbero più di 15 milioni di euro per demolire solo 500 case non più sanabili.

Foto credit: Google Maps

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