Dal 4 maggio la Fase 2: le novità per i cantieri privati e pubblici

3081

Riavvio in due tempi per i cantieri: dal 27 aprile è consentito avviare le attività funzionali a rimettere in moto dal 4 maggio i cantieri pubblici e privati e, previa comunicazione al Prefetto, i cantieri di rilevanza strategica; dal 4 maggio potranno riaprire anche tutti gli altri cantieri pubblici e privati.

Dal 4 maggio l’Italia entrerà ufficialmente nella Fase 2 e anche i cantieri riprenderanno la loro attività. Per farlo però ci saranno delle precauzioni da rispettare: andranno rispettati i Protocolli di sicurezza sottoscritti il 24 aprile 2020 fra il Governo e le parti sociali.

Ai sensi del DPCM 10 aprile 2020 (in vigore fino al 4 maggio), sono consentite, previa comunicazione al Prefetto (attraverso il modello di cui all’art. 2, comma 7, del DPCM 10 aprile 2020), le attività funzionali alle filiere attive e alle attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale, e le attività che erogano servizi di pubblica utilità, nonché servizi essenziali. Resta ferma la facoltà del Prefetto, sentito il Presidente della regione interessata, di sospendere le attività qualora ritenga che le suddette condizioni non sussistano.

I Ministri dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e della Salute hanno inviato una lettera alla Ministra dell’Interno, per chiarire che tra le “imprese strategiche per l’economia nazionale”, oltre a quelle ricomprese nella disciplina del Golden Power (difesa, energia, comunicazioni), vanno incluse le attività produttive orientate in modo prevalente alle esportazioni (come il legno-arredo) e le attività nel settore delle costruzioni che sono di particolare incidenza per l’attività nei cantieri relativi agli interventi volti a scongiurare il rischio di dissesto idrogeologico del territorio e in quelli relativi ai settori dell’edilizia residenziale pubblica, dell’edilizia scolastica e dell’edilizia penitenziaria.

Il protocollo per la sicurezza

Il nuovo protocollo per i cantieri prevede:

– il massimo ricorso al lavoro agile, ove possibile;

– la sospensione delle lavorazioni che possono essere svolte attraverso una riorganizzazione delle fasi eseguite in tempi successivi senza compromettere le opere realizzate;

– un piano di turnazione dei dipendenti dedicati alla produzione con l’obiettivo di diminuire al massimo i contatti e di creare gruppi autonomi, distinti e riconoscibili;

– l’utilizzo degli ammortizzatori sociali disponibili nel rispetto degli istituti contrattuali per consentire l’astensione dal lavoro senza perdita della retribuzione;

– l’utilizzo delle ferie maturate e dei congedi retribuiti;

– la sospensione di tutte le trasferte e dei viaggi di lavoro, anche se già concordati e organizzati;

– la limitazione degli spostamenti all’interno e all’esterno del cantiere, contingentando l’accesso agli spazi comuni anche attraverso la riorganizzazione delle lavorazioni e degli orari del cantiere.

In cantiere deve essere assicurato il distanziamento sociale e, se impossibile, è obbligatorio l’utilizzo di dispositivi di protezione individuali.

Il protocollo definisce inoltre gli obblighi di informazione a carico del datore di lavoro, la regolamentazione degli accessi al cantiere, le operazioni di pulizia e sanificazione del cantiere, la gestione degli spazi comuni, le precauzioni igieniche personali, l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale.

A proposito di dispositivi di protezione individuale l’Inail ha stilato un elenco di dispositivi autorizzati: occhiali, mascherine, visiere, guanti e altri indumenti di protezione che l’Istituto ha validato in base a quanto previsto dall’articolo 15 del Decreto “Cura Italia” (DL 18/2020). 

Si tratta, precisa l’Inail, di un elenco provvisorio, che viene periodicamente aggiornato con l’inserimento dei nuovi dpi validati. Per ogni dispositivo è presente la data di validazione, la tipologia di prodotto, il nominativo del produttore e/o dell’importatore con la regione/nazione di riferimento, e un’immagine, se disponibile.

Soddisfatte le parti sociali

Le misure per la riapertura delle attività e l’avvio della fase 2 hanno lasciato soddisfatte tutte le parti sociali. Il Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha dichiarato secondo quanto si legge su rainews.it che “la tutela della salute di tutti i lavoratori, la bussola che ci ha sempre guidati, esce ulteriormente rafforzata. Ancora una volta, Governo e parti sociali si sono dimostrati attenti alla sicurezza dei lavoratori e, più in generale, dei cittadini. Un ulteriore passo avanti per garantire alle nostre imprese di ripartire”.

“Un accordo positivo, utile, che mantiene la salute e la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini la prima condizione per la ripresa dell’attività produttiva. Abbiamo fatto passi in avanti e ora dobbiamo dare gambe alla sicurezza dei lavoratori e alla ripresa produttiva – ha commentato, come pubblica Il Messaggero, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini – con regole per garantire uniformità di comportamenti nei siti con più aziende che operano nella stessa produzione e per responsabilizzare sia le aziende committenti che in appalto”.

C’è però un rovescio della medaglia. Il cambiamento dell’organizzazione produttiva e l’adozione di misure straordinarie per la sicurezza aumenterà i costi a carico delle imprese.

Per questa ragione, l’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) ha messo a disposizione dei propri iscritti dei modelli da utilizzare sia nei contratti pubblici sia in quelli privati per aprire un confronto con le committenze sul riequilibrio dei rapporti contrattuali esistenti.

Per far fronte alla situazione di crisi che ha colpito imprese e professionisti, causata dal lockdown e dagli oneri per la riorganizzazione, il Consiglio dei Ministri ha approvato il Documento di Economia e Finanza e annunciato l’arrivo di un pacchetto di misure per la “drastica semplificazione” in “settori cruciali per il rilancio degli investimenti che interesserà appaltiedilizia, commercio e controlli”.

Nel documento esaminato dal CdM si legge che il periodo di emergenza impone di accelerare il processo di digitalizzazione e, in alcuni casi, di adottare misure di deroga, eccezionali o comunque temporanee, nel rispetto dei principi generali. Il documento aggiunge però che “questa esperienza può essere di insegnamento per introdurre semplificazioni di tipo permanente e non più solo eccezionale”.

 

Foto credit:Foto di LEEROY Agency

CONDIVIDI

NESSUN COMMENTO

SCRIVI UNA RISPOSTA