Correttivo Codice Appalti, le proposte di semplificazione

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Cantiere in costruzione
Foto di Zurijeta via Canva

Le modifiche propongono di accelerare gli investimenti pubblici, agevolare l’esecuzione contrattuale e rafforzare le tutele sociali e del lavoro

A poco più di un anno dalla pubblicazione del nuovo testo sui contratti pubblici, il Correttivo Codice Appalti punta a risolvere le criticità emerse durante la fase operativa. Le problematiche, che sono state segnalate anche da ANAC, riguardano tra l’altro l’eccessivo frazionamento degli appalti e il possibile aumento dei costi dovuto alla reintroduzione dell’appalto integrato.

Così, il 21 ottobre 2024, il Consiglio dei Ministri ha approvato le modifiche proposte da operatori privati e soggetti pubblici. Il testo ha ottenuto il via libera preliminare e attende ora il giudizio di Consiglio di Stato, Commissioni parlamentari e Conferenza Unificata. La licenza definitiva è prevista entro il 31 dicembre 2024.

Il Correttivo Codice Appalti si compone di 78 articoli che intervengono su requisiti progettuali, prezzari e semplificazione delle procedure. Le disposizioni integrano alcune richieste dell’Unione Europea e le indicazioni del PNRR.

Vediamo alcuni punti chiave.

Indice

Equo compenso

Il Correttivo Codice Appalti interviene sull’applicazione della Legge n. 49/2023 sull’equo compenso nel settore dei contratti pubblici. Vengono introdotti criteri per l’affidamento dei contratti di ingegneria, architettura e altri servizi tecnici e intellettuali di valore pari o superiore a 140.000 euro.

I corrispettivi saranno definiti dal Decreto Parametri e utilizzati dalle stazioni appaltanti per fissare l’importo di gara, incluso di compensi e oneri accessori. 

Per gli affidamenti diretti, si garantisce un minimo dell’80% del corrispettivo previsto. Nei contratti di ingegneria e architettura fino a 140.000 euro, i compensi saranno definiti secondo il Codice Appalti, con una riduzione non superiore al 20%.

Nelle gare d’appalto, l’equo compenso viene garantito limitando i ribassi al 35% del corrispettivo, ottenendo un effetto simile a quello degli affidamenti diretti.

Riqualificazione delle stazioni appaltanti e PMI

Il Correttivo introduce strumenti e corsi di formazione per la professionalizzazione delle stazioni appaltanti. Queste misure avranno il compito di contribuire a rispettare gli impegni assunti dal PNRR.

Dal 1° gennaio 2025, quindi, entreranno in vigore nuovi requisiti e obblighi, tra cui il monitoraggio dell’efficienza decisionale. In più, saranno previsti incentivi per le stazioni appaltanti non qualificate che si appoggiano a quelle qualificate e requisiti flessibili per evitare blocchi operativi. Presso ANAC verrà istituito un tavolo di coordinamento per monitorare la domanda e l’offerta di attività di committenza.

Progettisti in cantiere
Foto di Pressmaster via Canva

Le stazioni appaltanti saranno inoltre incaricate di verificare la possibile partecipazione delle micro, piccole e medie imprese ai bandi di gara. Il Correttivo Codice Appalti intende agevolare l’accesso delle PMI al mercato dei contratti pubblici: infatti, le stazioni appaltanti avranno l’obbligo di riservare il 20% delle prestazioni subappaltabili a queste aziende. È prevista una deroga a questa soglia in base all’oggetto, alle caratteristiche alle prestazioni o dal mercato di riferimento.

Tutele lavoristiche e revisione dei prezzi

Tra le modifiche al Codice Appalti 2023, un nuovo allegato specifica i criteri per l’applicazione del CCNL ai lavoratori coinvolti e le modalità di verifica dell’equipollenza dei contratti, garantendo sicurezza e condizioni eque.

Il Correttivo introduce anche alcuni criteri di revisione dei prezzi, con l’adozione di indici sintetici per adeguare gli importi contrattuali. Un nuovo allegato attua le clausole di revisione dei prezzi in modo uniforme per lavori, servizi e forniture.

Digitalizzazione dei contratti pubblici

L’aggiornamento del Codice Appalti promuove la digitalizzazione delle procedure di gara tramite la banca dati nazionale ANAC. Dal 10 gennaio 2025, le stazioni appaltanti saranno tenute a gestire digitalmente le costruzioni per appalti di valore superiore a 2 milioni di euro.

La digitalizzazione consentirà di:

  • semplificare la gestione del fascicolo virtuale degli operatori economici;
  • fornire linee guida sulla certificazione delle piattaforme per il collegamento alla Banca dati ANAC;
  • organizzare la distribuzione dei compiti tra il RUP (Responsabile Unico di Progettazione) e il personale per l’inserimento dei dati nella Banca Nazionale dei Contratti Pubblici;
  • migliorare la gestione del casellario informatico;
  • razionalizzare i requisiti tecnici per i documenti di programmazione, progettazione ed esecuzione in modalità digitale;
  • ridefinire le regole per l’uso del BIM e degli strumenti di gestione informativa digitale.

Il Correttivo Codice Appalti si fa portavoce di maggiore efficienza, trasparenza e tutela sia per le imprese che per i lavoratori coinvolti nei contratti pubblici. L’introduzione di criteri di equo compenso, il supporto alle PMI e la digitalizzazione delle procedure mirano a favorire un sistema di appalti più competitivo e accessibile.

L’attuazione delle disposizioni del Correttivo sarà determinante per garantire una piena conformità alle norme europee e agli obiettivi del PNRR, gettando così le basi per un settore degli appalti pubblici più sostenibile e innovativo.

Fonti:

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