Innovazione e sostenibilità trovano spazio nel Villaggio Olimpico, progettato come un nuovo quartiere per ospitare 6.000 abitanti dopo la fine dei Giochi
Parigi ha iniziato a ridurre la propria impronta di carbonio ancora prima di essere eletta città ospite dei XXXIII Giochi Olimpici. Già in fase di candidatura, la sindaca della capitale francese, Anne Hidalgo, aveva dichiarato di voler lavorare per rendere questa edizione climate positive.
Le Olimpiadi 2024 sono le prime in linea con l’Accordo di Parigi, che prevede di ridurre, entro il 2030, le emissioni mondiali di carbonio del 55% rispetto ai livelli del 1990. La città francese si è così impegnata a dimezzare le emissioni registrate in media durante le Olimpiadi di Londra 2012 e Rio 2016.
La parola d’ordine di Parigi 2024 è stata una: rigenerazione. Per abbattere le emissioni, il Comitato Organizzativo ha deciso di non investire in nuove strutture e di utilizzare, invece, edifici esistenti o impianti temporanei. Come ha dichiarato Georgina Grenon, direttrice dell’Eccellenza Ambientale per questa edizione, il 95% dei siti utilizzati durante le Olimpiadi sono sedi preesistenti.
Fanno eccezione solo tre strutture, che sono state realizzate ex novo: il Villaggio Olimpico, il Centro Acquatico e gli impianti per le gare di surf (svolte a Tahiti).
Indice
Il Villaggio Olimpico di Parigi 2024
Parigi è tornata a ospitare i Giochi Olimpici e Paralimpici a 100 anni esatti dall’ultima edizione svoltasi in territorio francese. Fu proprio in quell’occasione nel 1924 che il Villaggio Olimpico fece la sua prima comparsa. All’epoca era costituito da una serie di cabine temporanee in legno, con tre letti ciascuna, e includeva un ufficio di cambio, una lavanderia, un parrucchiere, un’edicola e un ufficio postale.
Con il tempo, il Villaggio si è evoluto in un modello abitativo sofisticato, incentrato sull’atleta. Proprio le valutazioni e le necessità degli sportivi sono state fondamentali per progettare il Villaggio Olimpico di Parigi 2024, costruito per essere un ecosistema di inclusione, prestazioni e amicizia.
Il concept del progetto
Il Villaggio degli atleti 2024, firmato da Dominique Perrault, sorge strategicamente a cavallo di tre comuni: Île Saint-Denis, Saint-Denis e Saint-Ouen, nel dipartimento di Seine-Saint-Denis. La scelta permette di limitare gli spostamenti al minimo. Infatti, lo Stade de France e il Centro Acquatico Olimpico si trovano a pochi minuti di autobus, mentre la stazione ferroviaria di Saint-Denis Pleyel consente di arrivare al centro di Parigi in tempi brevi.
La struttura è stata progettata per ospitare circa 14.500 atleti olimpici e oltre 9.000 sportivi paralimpici. Sono presenti all’interno anche ristoranti, una policlinica operativa e un centro di riparazione per protesi e carrozzine (attivo solo durante le Paralimpiadi).
Il Villaggio Olimpico si presenta come un nuovo quartiere composto da piccoli lotti. Questa organizzazione permette di conciliare la compattezza richiesta dai requisiti di sostenibilità con la possibilità di offrire, ad ogni unità abitativa, un buon apporto solare.
Il progetto si distingue per coniugare estetica moderna e impatto ambientale minimo. Per questo il Villaggio è stato realizzato con materiali biocompatibili e ha previsto l’installazione di tetti verdi utili anche a favorire la biodiversità. Gli alloggi, confortevoli e tecnologicamente innovativi, mantengono il consumo di energia a livelli più bassi e si integrano con gli ecosistemi per la tutela della flora e della fauna locali.
La rigenerazione di Seine-Saint-Denis
Al di là della logistica, la scelta di posizionare il Villaggio Olimpico su tre comuni fuori dalla capitale francese ha motivazioni di ordine urbanistico e sociale. Come si diceva, infatti, l’organizzazione delle Olimpiadi di Parigi 2024 ha avuto come tema dominante quello della rigenerazione.
Il dipartimento di Saint-Denis, in particolare, è noto per essere da decenni sinonimo di povertà, degrado e criminalità. Qui la disoccupazione è superiore al 10%, quasi un terzo dei residenti vive in condizioni di povertà e il tasso di edilizia popolare è circa del 40%.
Eppure, non è sempre stato così: nel Novecento Saint-Denis era un importante polo industriale. La perdita delle fabbriche di automobili e acciaio, che nel tempo si sono trasferite in Paesi con costi di produzione inferiori, ne hanno avviato il declino.
A partire dagli anni Settanta, il governo francese ha provato più volte a riqualificare il comune, anche attraverso lo sport. Il piano messo in atto in occasione delle Olimpiadi di Parigi 2024, però, sembra il più consistente realizzato finora.
Una volta terminati i Giochi, il Villaggio degli atleti diventerà un quartiere vivace e sostenibile, pronto ad ospitare più di 6.000 abitanti. La zona comprenderà:
- oltre 2.800 case permanenti;
- residenze per studenti e un hotel;
- nuove scuole per i residenti;
- ampi spazi verdi, tra cui un parco pubblico;
- zone pedonali e ciclabili per favorire la mobilità dolce;
- 120.000 mq di spazi commerciali e uffici;
- negozi di prossimità per soddisfare le esigenze quotidiane (sul modello della Human Smart City, che Parigi sta implementando da qualche anno).
Il Villaggio Olimpico è un esempio di come i grandi eventi sportivi riescono a favorire la rigenerazione urbana. Il sindaco di Saint-Ouen, uno dei comuni di Seine-Saint-Denis, ha affermato infatti che grazie alle Olimpiadi ha raccolto finanziamenti da 500 milioni di euro per ristrutturare gli edifici fatiscenti nella città.
Da sempre, ma soprattutto nel contesto di queste Olimpiadi parigine, riflettere sul Villaggio degli atleti significa pensare alle relazioni e alle interazioni tra architettura, paesaggio, tecnologia, società, storia ed economia.
Il progetto del Villaggio Olimpico di Parigi 2024 integra lo spazio a livello locale e metropolitano ed è un esempio di “urbanismo di connessione”. Dopo i Giochi, il nuovo quartiere sarà un lascito alle generazioni future e servirà a costruire un tessuto urbano coeso e chiaro.
Fonti:
- Will, “Parigi sta usando le Olimpiadi per trasformare le sue periferie”;
- TG La7, “Parigi, 100 anni tra due Olimpiadi: le foto dei villaggi del 1924 e del 2024” di Laura Rossi;
- Ingenio, “Parigi 2024: il Villaggio olimpico e paralimpico in simbiosi con la città e l’ambiente”;
- Domus, “Com’è cambiata Parigi nell’anno delle Olimpiadi” di Giulia Zappa;
- The Good in Town, “Le Olimpiadi di Parigi sono sostenibili?” di Monica Sozzi.