Il Decreto del Fare prevede, tra gli altri, il Progetto 6.000 campanili che finanzierà con 100 milioni di euro 115 progetti in tutta Italia. La firma del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi da il via all’iniziativa per i primi Comuni ammessi al finanziamento.
Il fondo è destinato ai Comuni più piccoli, per agevolare la realizzazione di progetti specifici: tra le opere finanziabili vanno evidenziati con particolare attenzione gli interventi infrastrutturali di adeguamento, ristrutturazione e nuova costruzione di edifici pubblici (con annessi interventi relativi all’adozione di misure antisismiche) e la realizzazione e manutenzione di reti viarie e infrastrutture accessorie e funzionali alle stesse o reti telematiche di ngn e wi-fi .
“A fronte del successo di questa iniziativa – sono 3.600 i progetti presentati – in grado di mettere in moto immediatamente l’economia locale per opere infrastrutturali di piccola entitá (tra i 500mila euro e il milione) nei Comuni sotto i cinquemila abitanti, – si legge in una nota del Ministero – con una evidente riqualificazione del territorio e una significativa ricaduta occupazionale, è intenzione del Ministero e del Governo destinare nuove risorse al Programma 6.000 campanili durante il 2014 e per il 2015”.
Il progetto parte però non senza polemiche. “La pubblicazione da parte del ministro Lupi della prima graduatoria del programma 6.000 campanili ha portato in evidenza tutti i limiti dello strumento, che in commissione il Pd aveva evidenziato senza ricevere riscontri dal ministro – afferma il deputato Enrico Borghi, capogruppo Pd in commissione ambiente, lavori pubblici e infrastrutture della Camera – L’esaurimento della graduatoria al 24° posto, la sostanziale assenza di Regioni significative (Toscana ed Emilia Romagna hanno un unico progetto a testa selezionato ad esempio, come la Valle d’Aosta ricca di piccoli comuni), la totale casualitá nella redistribuzione di risorse a scapito totale di ogni logica qualitativa impongono una revisione di questa modalitá che affida alla roulette il compito di attribuire importanti risorse pubbliche. Se a ciò aggiungiamo che sono in arrivo ulteriori dotazioni finanziarie destinate esclusivamente alle regioni del Sud, si fa concreto il rischio che alla casualitá e occasionalitá si aggiunga anche la sperequazione territoriale”.
Intanto pare che al programma farà seguito un secondo decreto che permetterà di destinare i 50 milioni di euro messi a disposizione del Patto di Stabilità, ad una seconda graduatoria di 60 Comuni. Ecco l’elenco degli interventi finanziati fin’ora.
Foto credit: Anna Fox