Comuni ricicloni 2014

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Sono 1.328 i comuni ricicloni italiani, ovvero i comuni che ogni anno superano il 65% di raccolta differenziata. 35 in più rispetto al 2013. Il 16% dei comuni italiani, dove risiede circa il 13,7% della popolazione nazionale. Questi i numeri della XXI edizione dell’iniziativa di Legambiente “Comuni Ricicloni“. Una crescita lieve, ma pur sempre una crescita.
Il primato spetta come sempre al Nord Est: regioni eccellenti sono Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentito Alto Adige. Per la prima volta, però, sono in crescita i comuni ricicloni anche al Sud e, ad eccezione della Valle d’Aosta, tutte le regioni vantano almeno un comune che ha raggiunto l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata.

Migliori di tutti i Comuni rifiuti free, eccellenze capaci di ridurre del 90% la quantità di rifiuti da smaltire. Piccoli centri, ma anche comuni come Empoli, con 48 mila abitanti, Castelfranco, Montebelluna, Vittorio Veneto, con circa 30mila abitanti ciascuno. Tra le scelte vincenti adottate per la gestione dei rifiuti, sicuramente la raccolta “porta a porta”, la responsabilizzazione dei cittadini attraverso una comunicazione efficace e politiche di prezzo che premiano chi si adoperi in maniera efficiente.

Tra i dati emersi in questa edizione, il balzo in avanti di molti comuni marchigiani, grazie al sistema di penalità e premialità introdotto dalla Regione in occasione dell’applicazione del sistema di tariffazione puntuale (paghi l’indifferenziato che produci).

Le grandi città mostrano ancora risultati poco lodevoli, ad eccezione di Milano: il capoluogo lombardo ha superato la soglia del 50%. Ha il primato nazionale e il secondo posto in Europa tra le città sopra il milione di abitanti, la supera solo Vienna.

Da Legambiente, in occasione dell’iniziativa, una dura critica al disegno di legge collegato alla legge di stabilità in discussione in Commissione ambiente della Camera dei deputati, che prevede di posticipare gli obiettivi di raccolta differenziata previsti dal decreto legislativo 152 del 2006.
Con la normativa ancora oggi vigente, infatti, dal 1 gennaio 2013 tutti i Comuni che non hanno raggiunto il 65% di differenziata pagano un’addizionale del 20% al tributo di conferimento in discarica. Con le nuove disposizioni, invece, la multa verrebbe pagata solo a partire dal 2015 dai Comuni che non avranno raggiunto il 35% di differenziata nell’anno precedente, nel 2017 sarebbero coinvolti i Comuni che non avranno raggiunto l’obiettivo del 45% nell’anno precedente e nel 2021 quelli che non avranno raggiunto l’obiettivo del 65% nell’anno precedente.
“Questa proposta ci sembra un evidente controsenso rispetto alla necessità condivisa di ridurre ai minimi termini lo smaltimento in discarica, come ci chiede l’Europa da ormai troppo tempo (la direttiva europea sulle discariche è del 1999), avviando anche una procedura di infrazione nei nostri confronti per le ripetute inadempienze su questa modalità di gestione dei rifiuti. – si legge nel dossier “Comuni ricicloni 2014” – Un provvedimento di questo tipo rappresenta inoltre un ingiustificato condono a chi ancora non si è attivato per una corretta gestione dei rifiuti, un disincentivo ad impegnarsi su questo fronte per i prossimi anni e una beffa per i Comuni ricicloni e che hanno dimostrato come l’obiettivo del 65% fosse raggiungibile”.

Foto credit: epSos.de

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