Legge di Bilancio 2025: quali bonus fiscali per l’edilizia?

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Piazza del Quirinale a Roma
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La prossima Manovra estende fino al 2027 diversi incentivi, ma applicando la nuova regola delle aliquote differenziate sulle abitazioni principali

Articolo aggiornato al 23/12/2024

Venerdì 20 dicembre la Camera ha approvato con voto di fiducia il disegno di legge di Bilancio 2025. Il testo passa adesso alle mani del Senato per il via libera definitivo, che dovrebbe arrivare entro il 31 dicembre.

Le novità principali per l’edilizia riguardano il Bonus Ristrutturazioni, ma la Manovra prevede anche delle modifiche per l’Ecobonus, il Sismabonus e il Superbonus. A cambiare sono scadenze, aliquote agevolative e massimali di spesa. Se, da un lato, il provvedimento propone l’estensione di alcuni degli incentivi in scadenza quest’anno, dall’altro infatti prospetta anche un deciso taglio delle aliquote. Vediamo come.

Indice

Come cambiano i bonus edilizi

La nuova Legge di Bilancio servirà a ridurre il peso delle agevolazioni sulle casse dello Stato. Per questo intende riconoscere i bonus solo ai titolari dei diritti di proprietà (o altri diritti reali) sulle prime abitazioni, escludendo familiari conviventi. In più, per lo stesso motivo, il Bonus Ristrutturazioni, l’Ecobonus, il Sismabonus e il Sismabonus Acquisti vedranno applicate delle aliquote differenziate tra prime e seconde case.

Queste agevolazioni dovrebbero essere prorogate al 2027, ma con una detrazione via via ridotta. Dall’1 gennaio 2025, le aliquote scenderanno al 50% per le abitazioni principali, per poi assestarsi al 36% nel 2026 e nel 2027. In entrambi i casi il limite massimo di spesa è di 96 mila euro.

Per le seconde case, invece, le detrazioni dovrebbero essere fissate al 36% per le spese sostenute nel 2025. L’aliquota scenderebbe ulteriormente al 30% nel 2026 e nel 2027. Anche in questo caso il tetto di spesa è fissato a 96 mila euro.

Nello specifico caso dell’Ecobonus, la prima bozza della Legge di Bilancio 2025 prevedeva di rimodulare l’incentivo in base alle performance raggiunte dagli edifici dopo i lavori di efficientamento energetico. In questo modo, l’agevolazione intendeva premiare i miglioramenti “reali”. Tuttavia, il testo approvato dalla Camera dei Deputati esclude questa opzione. La detrazione resta fissa e non varierà in base al tipo di intervento.

Per venire incontro alle richieste della Direttiva Case Green, però, le nuove norme sull’Ecobonus escludono dalla lista degli interventi ammissibili la sostituzione degli impianti di climatizzazione con caldaie a combustibili fossili.

Un Ecobonus per i redditi bassi

La Manovra 2025 firmata dalla Camera parla anche di una nuova soluzione agevolativa (non fiscale) per i soggetti con determinate caratteristiche di reddito. L’incentivo andrebbe applicato solo agli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici in misura non inferiore al 30%.

Se la proposta verrà accettata, sarà poi pubblicato un atto ministeriale per definire:

  • gli interventi agevolabili, i beneficiari e il tipo di sussidio;
  • il contenuto, le modalità e i termini di presentazione dei progetti agevolabili;
  • i criteri e le modalità di selezione degli interventi;
  • i criteri di verifica del miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, le modalità di trasmissione della relativa certificazione e le modalità di controllo e verifica.

Il nuovo Ecobonus per i redditi bassi finanziato dal PNRR. Le risorse assegnate andranno con una quota del 65% a fondo perduto, mentre il restante 35% arriverà dall’investimento privato, con garanzia Sace e con Cassa depositi e prestiti come partner finanziario.

Veduta di case in Italia
Foto di zodebala via Canva

Contributi per i Campi Flegrei

Nell’ambito della prevenzione antisismica, la nuova Manovra stanzia 20 milioni di euro all’anno per l’area dei Campi Flegrei in Campania. La misura sarà valida dal 2025 al 2029 e si applicherà al patrimonio edilizio privato con destinazione d’uso residenziale, non oggetto dei contributi già in vigore per la riparazione e la riqualificazione sismica degli edifici residenziali inagibili.

Sarà possibile inviare una sola domanda di contributo per ogni unità immobiliare. Il finanziamento verrà concesso per metro quadro di superficie complessiva dell’edificio, nel limite massimo del 50 % del costo da sostenere. Possono essere ammessi interventi su edifici con più unità immobiliari a patto che, insieme alla domanda, sia presentato un progetto unitario per l’intero edificio, inteso come unità strutturale.

Anche in questo caso, qualora la proposta venisse accettata, si prevede la pubblicazione entro 90 giorni di un decreto per definire criteri e modalità per l’accesso all’agevolazione.

I nuovi limiti per il Superbonus

Per il Superbonus potrebbero arrivare regole più stringenti. La detrazione per il 2025 dovrebbe essere fissata al 65% e spetterà solo agli interventi già avviati per cui, entro il 15 ottobre 2024, risulti:

  • presentata la CILAS;
  • adottata a delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori e presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata, se gli interventi sono effettuati dai condomini;
  • presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo, se gli interventi comportano la demolizione e la ricostruzione degli edifici.

La detrazione al 110% rimarrà in vigore solo per gli immobili situati nelle zone colpite da eventi catastrofali.

Crediti fiscali e opzioni alternative

Per gli incentivi visti fin qui resterebbe comunque valido lo “spalmacrediti”, ovvero la possibilità di diluire i crediti fiscali in 10 rate annuali di pari importo. La misura, che comprenderebbe anche le spese del 2023, è stata pensata per supportare i contribuenti incapienti che non possono cedere il credito o usufruire delle detrazioni.

Nessuna proroga, poi, per cessione del credito e sconto in fattura, ma anche nessuna riduzione. Le opzioni alternative restano quindi valide solo per chi ha maturato il diritto in base alla normativa attualmente in vigore.

Ricordiamo che la Legge di Bilancio 2025 dovrà essere approvata entro il 31 dicembre 2024. Restiamo in attesa di scoprire le battute finali dell’iter.

Fonti:

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