Un bilancio molto negativo, che vede crescere di 7 miliardi il fatturato criminale rispetto all’anno precedente, soprattutto nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa (Puglia, Sicilia, Campania e Calabria).
A crescere sono soprattutto i reati nel ciclo dei rifiuti (+26%), superando la soglia dei 7mila, quasi 20 al giorno, ma anche gli illeciti nel ciclo del cemento con 5.750 reati (+4,3%). In questo settore la Campania si conferma la regione con il più alto tasso di illegalità, seguita da Calabria, Puglia e Lazio. Dati a cui vanno aggiunte le stime sull’abusivismo edilizio elaborate dall’Istituto di ricerca “Cresme Consulting”, che nel 2014 sarebbe quantificabile in circa 18mila nuove costruzioni fuori legge, circa il 16% del nuovo costruito, con un giro d’affari che supera abbondantemente il miliardo di euro.
Ma il settore più redditizio per le organizzazioni criminali nel 2014 si è rivelato quello agroalimentare, il cui fatturato ha superato i 4,3 miliardi per 7.985 reati accertati. Nel 2013 era pari a 500 milioni. In questo caso è la Sicilia ad ottenere la maglia nera.
Non mancano poi i reati ai danni di aree tutelate da vincoli paesaggistici e archeologiche, musei, biblioteche, archivi, mercati, fiere e altri luoghi a rischio. Nel 2014 sono stati 852 i furti d’opere d’arte.
A far ben sperare in un contesto che nulla ha di positivo è la recentissima introduzione del DDL Ecoreati.
“Quella del 2015 è una data straordinaria – ha dichiarato ieri in occasione della presentazione del rapporto la direttrice nazionale di Legambiente Rossella Muroni – l’anno della legge che introduce finalmente nel codice penale uno specifico Titolo dedicato ai delitti contro l’ambiente, che punisce chi vuole fare profitti a danno della salute collettiva e degli ecosistemi. Uno strumento fondamentale per combattere anche quella zona grigia, dove impera la corruzione che è diventata il principale nemico dell’ambiente a causa delle troppe amministrazioni colluse, degli appalti pilotati, degli amministratori disonesti e della gestione delle emergenze che consentono di aggirare regole e appalti trasparenti. La corruzione può servire per ottenere un determinato provvedimento o più semplicemente per far voltare dall’altra parte l’occhio vigile del funzionario, l’ultimo e traballante anello di una lunga catena di legalità. C’è bisogno allora dell’applicazione della legge sugli ecoreati – ha concluso Rossella Muroni –, ma anche di un complessivo cambio di passo, verso un paradigma economico più giusto e in grado di sollecitare nuova fiducia, partecipazione e trasparenza, perché non ci si rassegni a pensare al malaffare come a un male senza rimedi”.
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