Si torna a parlare di riforma del Catasto. Dopo il nulla di fatto del 2015, infatti, è stato presentato un nuovo disegno di legge delega al Senato, di cui edilportale.com pubblica il testo.
Invariati i principi di fondo che seguirà il Governo per l’approvazione dei decreti attuativi: gettito complessivo e determinazione del valore degli immobili sulla base delle loro caratteristiche reali, vale a dire superficie, localizzazione e caratteristiche edilizie.
Ad ogni immobile verrà attribuito un valore patrimoniale medio ordinario, utilizzando il metro quadro e non più i vani, come unità di consistenza e funzioni statistiche che esprima la relazione tra valore di mercato, localizzazione e caratteristiche edilizie.
Per immobili a destinazione speciale la stima del valore sarà effettuata sui valori di mercato.
La distinzione tra destinazione catastale ordinaria e speciale era già presente nella proposta di riforma avviata in precedenza con l’obiettivo di snellire le categorie di classificazione. Gli appartamenti verrebbero inseriti tutti nella categoria ordinaria O/1, mentre ville, immobili signorili e artistici avrebbero una regolamentazione diversa.
Per il calcolo della rendita media ordinaria si utilizzeranno funzioni statistiche atte ad esprimere la relazione tra i redditi da locazione medi, la localizzazione e le caratteristiche edilizie.
Con l’aggiornamento delle rendite catastali ci sarà chi si troverà a pagare di più (ad esempio i proprietari di immobili in centro storico ancora catalogati come “popolari”, ma anche chi pagherà di meno.
Per le unità immobiliari di interesse storico o artistico saranno calcolate riduzioni del valore patrimoniale e della rendita che tengano conto dei particolari e più gravosi oneri di manutenzione e conservazione, nonché dei vincoli legislativi sulla destinazione, l’utilizzo, la circolazione giuridica e il restauro.
Il testo prevede anche un regime fiscale agevolato per incentivi alla realizzazione di opere di adeguamento alla normativa in materia di sicurezza e riqualificazione energetica e architettonica.
Se questa volta si dovesse arrivare all’approvazione della riforma, serviranno almeno 5 anni per la sua attuazione. Il riordino catastale, con la semplificazione a solo due categorie di destinazione riguarderà, infatti oltre 62 milioni di immobili, di cui l’Agenzia delle Entrate ha comunque cominciato a fornire i dati, nelle visure catastali, anche in metri quadri.
Foto credit: Luca Uyezu