Partire dalla valutazione delle vulnerabilità da pericoli naturali per ricostruire la storia di ogni edificio in un Fascicolo del fabbricato, attraverso le informazioni possedute dai vari enti.
Le ultime dichiarazioni del sottosegretario con delega alla ricostruzione post terremoto, Vito Crimi, rilasciate in occasione della presentazione della “Mappa del rischio dei Comuni italiani”, annunciano che il Fascicolo del fabbricato ci sarà e sarà composto dal lavoro congiunto dei vari enti che hanno nel tempo raccolto informazioni sui singoli edifici: Genio civile, catasto, comuni.
Diversamente, in passato si pensava alla redazione del Fascicolo del fabbricato come responsabilità del proprietario. L’ex Ministro delle Infrastrutture Delrio parlava di un lavoro da affidare ad un professionista abilitato a spese dei proprietari dell’immobile.
“Non possiamo fermarci a valutare soltanto la collocazione in area sismica e la vulnerabilità a pericoli naturali – ha commentato Vito Crimi, secondo quanto pubblica edilportale.com – Le notizie relative ad un fabbricato sono tante e importanti. Bisognerebbe ricostruire la storia di ogni edificio, con gli eventuali interventi di adeguamento sismico o energetico. Tutte informazioni, queste, in possesso di enti diversi. Se riuscissimo a realizzare un’unica banca dati anche in questo settore, tutte le realtà – Protezione Civile in primis – potrebbero avere una visione chiara sulle criticità e sugli interventi da promuovere”.
Punto di partenza potrebbe essere proprio la “Mappa dei rischi dei comuni italiani” appena presentata. Una piattaforma che raccoglie e fornisce dati e informazioni sui rischi naturali di ogni singolo comune integrando diverse mappe di rischio (sismico, idrogeologico, ecc.) e permette di delineare un quadro dei potenziali pericoli per la sicurezza dei cittadini e lavorare sulla prevenzione stilando un piano di intervento laddove sia necessario.
Dell’urgenza di istituire come obbligatorio il Fascicolo del fabbricato ci eravamo già occupati più di un anno fa, ma anche allora puntualizzavamo che di questo tema si discute nel nostro Paese addirittura dal secolo scorso, quando a Roma crollò la palazzina di Vigna jacobini, facendo 38 vittime, e da allora se ne riparla ogni volta che crolla un edificio sotto i colpi di un terremoto, di un fiume di acqua e fango o di altri eventi traumatici, ma resta a tutt’oggi ancora un miraggio.
Che queste dichiarazioni del sottosegretario Vito Crimi siano l’anticipazione di un prossimo fattivo impegno del Governo in questa direzione?