BIM, dal CNAPPC una guida alla quarta rivoluzione industriale

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Il Building Information Modeling (BIM) e la rivoluzione digitale dell’ambiente costruito sono sempre più al centro del dibattito normativo e non solo.
Arriva adesso anche la guida redatta dal Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC), dal titolo “BIM bang”, per tutti i progettisti alle prese con la rivoluzione digitale nel settore edile.

“Nei prossimi anni assisteremo ad una profonda trasformazione dei processi di progettazione, realizzazione e gestione dell’ambiente costruito – si legge nell’introduzione della guida – Passeremo da un’impostazione prevalentemente analogica ad un’altra in cui i nostri processi decisionali, per l’intero ciclo di vita degli immobili e delle infrastrutture, saranno determinati e guidati da dati digitali.”

“Analogico e digitale non sono qui intesi solo come modalità differenti per tradurre grandezze fisiche ma come diversi sistemi culturali, sui quali non si vuole dare un giudizio di merito; si vuole piuttosto sottolineare come questo diverso approccio si inserisca in una trasformazione epocale che non può non coinvolgere anche il modo in cui concepiamo e svolgiamo la professione di Architetto.”

Il settore delle costruzioni è certamente in ritardo rispetto all’adozione di soluzioni e tecnologie innovative, ritardo dovuto principalmente alle grandi limitazioni nella possibilità di sviluppare processi di automazione efficaci. Tra i fattori più limitanti:
1. l’impossibilità di creare un prototipo: la maggior parte dei progetti infatti, è “unico”, pertanto non è conveniente, né in termini economici né di tempo, sviluppare sofisticati processi di automazione che verrebbero utilizzati una sola volta. Inoltre sarebbe davvero difficile eseguire sperimentazioni direttamente sul prodotto finito;

2. l’assenza di uno stabilimento di produzione: il luogo di produzione è il prodotto stesso; che cresce e si modifica giorno per giorno. Al contrario dell’industria manifatturiera, dove gli uffici e gli stabilimenti di produzione sono centralizzati, il settore delle costruzioni ha produzioni localizzate in luoghi diversi e spesso lontani e poco connessi.

3. la mancanza d’integrazione all’interno della filiera: i partecipanti alla filiera delle costruzioni sono scarsamente collaborativi, anzi, sono spesso in competizione fra loro.

Il BIM potrebbe considerarsi un “Prototipo Virtuale” della costruzione, un repository (un deposito) digitale centralizzato di informazioni relative agli aspetti fisici e funzionali di un progetto. Il repository di tali informazioni computabili si evolve lungo il ciclo di vita del progetto. La tecnologia ICT, su cui si fonda la metodologia BIM, ha un orientamento di tipo object-based (cioè basata sugli oggetti). In sintesi, il metodo BIM può essere considerato una raccolta di oggetti “smart” in un database “intelligente”.

A differenza di un software CAD che rappresenta i dati utilizzando elementi geometrici come punti, linee e superfici, un software object-based utilizza uno schema rappresentativo modellato intorno alle entità del progetto (muri, pilastri, finestre, ecc.) e alle loro reciproche relazioni. La geometria costituisce solo una delle diverse proprietà di questi oggetti.

Quando la definizione della geometria e il livello delle informazioni contenute nel modello sono sufficienti è possibile eseguire sul modello diversi tipi di analisi: gestione dei tempi di costruzione, gestione dei costi, gestione del ciclo di vita dell’edificio o dell’infrastruttura, gestione della manutenzione dell’edificio o dell’infrastruttura. 

La guida scende inoltre nel dettaglio, spiegando ai neofiti il funzionamento del metodo e le nuove figure professionali richieste dal mercato, come BIM manager e BIM coordinator.

Pensare al BIM solo in termini di strumenti software è fuorviante – si legge ancora nell’introduzione – così come è riduttiva l’analogia che vuole l’attuale passaggio dal CAD al BIM come l’equivalente di quello, avvenuto negli anni ‘90, dal disegno manuale al Cad. Oggi, infatti, la trasformazione non riguarda solo gli strumenti di rappresentazione, come avvenne nel passaggio dal disegno manuale al Cad, ma riguarda tutti i processi di produzione, gestione e fruizione dell’edificio e della città.”

 

Foto credit: Kozymeii Kong

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