Sblocca Cantieri, sospensione sperimentale del Codice Appalti fino al 2020

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Sblocca Cantieri, sospensione sperimentale del Codice Appalti fino al 2020

Il Senato ha dato via libera, tra molte polemiche, all’emendamento al Ddl Sblocca Cantieri, condiviso da Lega e Movimento 5 Stelle, che prevede la sospensione sperimentale del Codice Appalti fino al 2020.

Reintroduzione dell’appalto integrato, manutenzione ordinaria e straordinaria su progetto definitivo e limite per il subappalto al 40% sono alcune delle modifiche temporanee alla normativa sui contratti pubblici, in attesa di una revisione globale.

Vediamole in dettaglio:

Appalto integrato fino al 2020
Fino al 31 dicembre 2020 sarà consentito l’affidamento congiunto della progettazione ed esecuzione dei lavori. Probabilmente salteranno alcuni limiti: che i progetti definitivi siano approvati entro il 31 dicembre 2020 e che i bandi siano pubblicati nei successivi 12 mesi.

Manutenzione con progetto definitivo
Fino al 2020 i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria potranno essere affidati sulla base del progetto definitivo, tranne i casi in cui sia previsto il rinnovo o la sostituzione di parti strutturali delle opere o di impianti. Il progetto definitivo dovrà avere un contenuto minimo, ovvero relazione generale, elenco dei prezzi unitari delle lavorazioni previste, computo metrico-estimativo, piano di sicurezza e di coordinamento con l’individuazione analitica dei costi della sicurezza da non assoggettare a ribasso. La realizzazione dei lavori non potrà prescindere dall’avvenuta redazione e approvazione del progetto esecutivo.

Subappalto, limite al 40%
Tetto del 40% come limite massimo per il subappalto. Per ogni gara sarà la Stazione Appaltante a stabilire nel bando la quota di lavoro o servizi subappaltabili. Il DL Sblocca Cantieri aveva fissato il tetto al 50%, poi le Commissioni hanno optato per una via di mezzo. Dal momento che la novità sarà in vigore fino al 2020, con la riforma complessiva del Codice Appalti, in fase di elaborazione, tutto potrebbe essere rimesso in discussione.
Inoltre non sarà più obbligatorio indicare la terna dei subappaltatori già in fase di offerta.

Procedura negoziata fino a 1 milioni di euro
Nelle gare di importo compreso tra 40mila euro e 150mila euro per i lavori, o fino alle soglie comunitarie (221mila euro) per i servizi e le forniture, si procederà con affidamento diretto previa consultazione, ove presenti, di almeno tre operatori economici per i lavori e di almeno 5 operatori per i servizi e le forniture. I lavori si potranno eseguire in amministrazione diretta, escluso l’acquisto e il noleggio di mezzi, per i quali si applicherà comunque la procedura negoziata. 

Per le gare di importo compre tra i 150mila euro e i 350mila euro si procederà, invece, con procedura negoziata previa consultazione, laddove presenti, di almeno 10 operatori economici.

Per gli affidamenti di importo compreso tra 350mila euro e 1 milione di euro, si utilizzerà la procedura negoziata previa consultazione, ove esistenti, di almeno 15 operatori economici.

Per i lavori di importi superiori a 1 milione di euro si dovrà ricorrere alle procedure ordinarie.

Criteri di aggiudicazione
Non ci sarà l’obbligo di affidare i lavori di importo fino a 5,5 milioni di euro secondo il criterio del massimo ribasso. La Stazione Appaltante deciderà in autonomia e qualora il criterio non dovesse essere il prezzo, non dovrà fornire alcuna giustificazione.

Certificati e cause di esclusione
Per velocizzare le procedure, l’emendamento prevede poi che i documenti e le certificazioni degli operatori avranno una durata di sei mesi. Per certificati e documenti già acquisti, ma scaduti da meno di 60 giorni, la Stazione Appaltante potrà verificare direttamente presso gli enti certificato l’eventuale presenza di cause di esclusione. Se gli enti non risponderanno entro 30 giorni, si riterrà confermato il contenuto dei certificati scaduti.

Non sarà possibile, diversamente da quanto previsto dal Decreto Legge e dalle precedenti bozza del ddl di conversione, l’esclusione dalle gare per irregolarità fiscali non accertate in via definitiva.

Italia Infrastrutture
A partire dal 1° settembre sarà operativa la società Italia Infrastrutture Spa, gestita dal Mio e dotata di un capitale di 10 milioni di euro. La sua funzione sarà quella di aiutare gli enti che rischiano di perdere i fondi statali, ottenuti per la realizzazione di un’opera, perché non utilizzati, fermando così i cantieri.

Parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici
Per le opere di importo superiore a 75 milioni di euro sarà obbligatorio il parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, oggi previsto per quelli sopra i 50 milioni di euro. Il tempo per rendere il parere viene dimezzato da 90 a 45 giorni.

Collegio anti-contenzioso
Per prevenire le controversie nella fase di esecuzione del contratto potrà essere nominato un collegio consultivo tecnico di assistenza di 90 giorni dall’apertura del cantiere.
Si potranno esprimere riserve anche sugli aspetti progettuali già verificati e sarà estesa l’applicazione dell’accordo bonario.

Foto credit: Jason Goh

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