Codice Appalti, nessuna traccia nel programma di Governo

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Nuovo Governo Conte

Nel programma del nuovo Governo appena insediatosi non c’è alcun riferimento esplicito alla riforma dei contratti pubblici, né all’attuazione dello Sblocca Cantieri, nonostante si sia appena conclusa la fase di consultazioni sul regolamento attuativo del Codice Appalti. Non c’è ancora nessun elenco ufficiale di opere prioritarie da far ripartire nell’immediato, né indicazioni sulla nomina dei commissari che dovranno gestire le opere da completare con urgenza.

Sicuramente anche per il nuovo Governo sarà una priorità creare regole certe e chiare per gli appalti e portare a conclusione i cantieri fermi, probabilmente quindi il confronto è ancora aperto sulle modalità con cui raggiungere questi obiettivi e per questo non c’è alcun traccia nel programma.

Proprio la riforma del Codice Appalti ha già alle spalle un lungo percorso. È stata varata nel 2016 dal PD sulla base di una legge delega che recepiva le direttive europee in materia di contratti pubblici. Rispetto alle indicazioni di massimizzare la concorrenza, l’Italia ha puntato i piedi su alcune norme, come il tetto al subappalto, che Bruxelles non ha mai visto di buon occhio, ma che sono state sempre giustificate sulla base delle peculiarità territoriali, cioè del forte rischio di infiltrazioni criminali.

L’attuazione del nuovo Codice è stata demandata alle linee guida dell’ANAC e decreti ministeriali monotematici perché le aspettative erano di un’applicazione più facile rispetto al regolamento attuativo del 2007. In realtà così non è stato. L’adozione delle norme non è stata completata e gli operatori del settore hanno chiesto a gran voce il ritorno al regolamento unico.

Con il precedente Governo sono, quindi, cominciate le consultazioni per la revisione del Codice Appalti. Il Decreto Sblocca Cantieri ha poi dato una decisa sterzata, su iniziativa della Lega, verso il regolamento unico, l’innalzamento del tetto del subappalto, l’appalto integrato e altre misure pensate per velocizzare l’avvio dei lavori.

Ora che la Lega non è più al Governo c’è da capire se l’approccio alla questione verrà mantenuto. I costruttori edili e i professionisti spingono per il completamento della riforma. In un comunicato unico i sindacati edili, Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, hanno chiesto, sulla base del dal Protocollo di Intesa, sottoscritto il 13 Aprile 2018, più attenzione contro il “dumping contrattuale” e sulle “catene lunghe di subappalti, con l’applicazione di CCNL diversi da quello dell’edilizia e una corsa al massimo ribasso travestito”. Chiesti anche il DURC a tre mesi e per cantiere, l’introduzione della congruità e la patente a punti per premiare le imprese ad infortuni zero.

Lo Sblocca Cantieri prevede, inoltre, che entro dicembre sia resa nota la lista delle opere prioritarie da completare. Per la loro realizzazione saranno nominati dei commissari che avranno il potere di agire in deroga al Codice Appalti.

In un intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, la neo ministra Paola De Micheli, emerge che l’intenzione dell’Esecutivo Conte bis è quella di fare presto. Sulla Tav Torino – Lione, ad esempio, De Micheli intende “procedere il più rapidamente possibile”.

Il programma di Governo prevede genericamente “investimenti mirati all’ammodernamento delle attuali infrastrutture e alla realizzazione di nuove infrastrutture”, cui dovrebbe concorrere anche la Banca per il Sud, e un piano per consentire manutenzioni ordinarie e straordinarie più assidue. L’attuazione di un Green new Deal per la rigenerazione delle città, un piano per l’edilizia sociale e iniziative per le scuole.

Non resta che aspettare per scoprire da quali opere partirà questo programma.

 

Foto credit: Governo.it

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