Caro materiali, pubblicato il Decreto Sostegni ter per le variazioni di prezzo

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Nuove agevolazione alle imprese con il Decreto Sostegni ter
Credit foto: Civiltà di Cantiere

I nuovi meccanismi di compensazione promettono di migliorare il quadro già nel prossimo biennio.

“Le ultime previsioni disponibili stimano, per il deflatore delle costruzioni, aumenti nel prossimo biennio inferiori al 2%” ha dichiarato Enrico Giovannini parlando a proposito delle novità introdotte dal Decreto Sostegni ter.

Ha proseguito il Ministro: “Del resto, se si parte da prezzi elevati come gli attuali, fortemente aumentati, è ragionevole aspettarsi che la loro dinamica si attenui e che magari, in qualche caso, ci possa essere anche una discesa dei prezzi.”

Il decreto legge 27 gennaio 2022 n.4, recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale, interviene sull’annosa questione dei contratti pubblici e, nell’articolo 29, disciplina tre tematiche di grandissima attualità:

  • la revisione dei prezzi;
  • le compensazioni da attuare a seguito delle variazioni, in aumento o in diminuzione, dei materiali da costruzione;
  • i prezzari regionali a cui le stazioni appaltanti fanno riferimento per adeguare costi e importi.

Il Decreto Sostegni ter interviene a riportare l’equilibrio nel mercato per rilanciare il settore edile, proteggendo al tempo stesso la realizzazione del PNRR dai rischi del caro materiali. Proprio per questo i bandi di gara pubblicati dal 28 gennaio 2022 al 31 dicembre 2023 dovranno includere delle specifiche clausole di revisione dei prezzi.

Queste note, già previste dal Codice degli Appalti, serviranno ad attivare un meccanismo di compensazione delle variazioni di prezzo sui diversi materiali da costruzione e dovranno essere inserite nei documenti di gara iniziali.

Come funzionerà la compensazione

I meccanismi di compensazione introdotti dal nuovo decreto riguardano, rispettivamente, i prezzi a base d’asta e la dinamica di aggiustamento dei prezzi in corso d’opera.

Finora l’aggiustamento dei prezzi è stato assorbito fino al 10% dalle stesse aziende, mentre lo Stato ha riconosciuto solo la metà dell’eventuale parte eccedente. Adesso, l’articolo 29 interviene ribaltando i parametri a favore delle imprese.

Il Decreto Sostegni ter, infatti, prevede che in caso di aumento o diminuzione superiore al 5% rispetto al prezzo rilevato nell’anno di presentazione dell’offerta, si procederà alla compensazione in aumento o diminuzione per la percentuale eccedente il 5% e in misura pari all’80% della stessa.

La stazione appaltante assorbirà così una quota dell’aumento nettamente più alta e ciò potrà finalmente ridurre la franchigia a carico delle imprese.

Credit foto: vadoetorno web

Il documento invita inoltre l’Istat a elaborare, entro la fine di aprile 2022, una metodologia per la rilevazione delle variazioni dei prezzi. Queste valutazioni serviranno al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per determinare le variazioni percentuali più significative, che dovranno essere comunicate entro il 31 marzo e il 30 settembre di ogni anno con un proprio decreto.

Sarà così possibile calcolare l’ammontare della compensazione, che verrà determinata applicando la percentuale di variazione superiore al 5% rispetto al prezzo dei singoli materiali da costruzione – impiegati negli interventi contabilizzati nei dodici mesi precedenti al decreto del Mims e nelle quantità accertate dal direttore dei lavori.

L’appaltatore dovrà presentare una richiesta ufficiale accompagnata dal cronoprogramma alla stazione appaltante, che dal canto suo verificherà gli effettivi rincari subiti. Se gli aumenti saranno inferiori rispetto a quelli rilevati dal Mims, la compensazione sarà limitata alla variazione per l’eccedenza del 5% – e solo per l’80% di questa.

Invece, nel caso in cui i rincari fossero superiori di quelli rilevati dal Mims, la compensazione sarà al massimo quella indicata dal decreto ma per la sola parte eccedente il 5% e in misura pari all’80% di tale eccedenza.

La risposta di Assistal

L’Associazione dei Costruttori, però, non ci vede chiaro ed etichetta il Decreto Sostegni ter come ingiusto nei confronti del settore edile. Infatti, se da un lato si è voluto concedere qualcosa con la riduzione dell’alea dall’8% al 5%, dall’altro viene ripresa stabilendo un tetto massimo per la compensazione all’80%.

Inoltre, ancora secondo Assistal, il Governo avrebbe implicitamente ammesso i suoi errori: infatti, incaricando l’Istat di procedere alla registrazione delle rilevazioni, ha sottolineato l’inadeguatezza delle misure adottate con il decreto di novembre 2021 e relative agli aumenti per il primo semestre del 2021.

Dal canto suo, il Ministro Giovannini ha ricordato che il caro prezzi delle materie prime è un fenomeno di portata globale che non interessa unicamente l’Italia. Il nostro Governo, infatti, ha predisposto accanto al PNRR un piano complementare finanziato con risorse nazionali, oltre a quanto previsto nelle leggi di Bilancio per gli investimenti. In caso di necessità, quindi, ci saranno i margini per valutare come intervenire.

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