Friendship Hospital, in Bangladesh il vincitore del premio RIBA 2021

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Il canale d'acqua all'interno del Friendship Hospital
Credit foto: medium

Situato nel paesaggio allagato del Bengala, questo ospedale a basso costo combatte il cambiamento climatico.

“L’ospedale dell’amicizia incarna un’architettura di umanità e protezione che riflette la missione filantropica dell’ONG Friendship, che è fornire dignità e speranza alle comunità attraverso l’innovazione sociale” così il Presidente del Gran Giurì del RIBA International Prize, Odile Decq, ha motivato la premiazione del Friendship Hospital.

L’ospedale realizzato dallo studio bengalese Kashef Chowdhury/URBANA, appena eletto vincitore del più alto riconoscimento architettonico al mondo, è infatti una struttura dotata di una incredibile sensibilità umana e ambientale.

Tutte le scelte costruttive sono state influenzate proprio dalla volontà di adottare soluzioni economiche e facilmente realizzabili dalla manodopera locale, così da poter ridurre notevolmente i costi. L’intero edificio, infatti, è stato ultimato con un budget complessivo al di sotto dei 2 milioni di dollari.

L’ospedale nasce dalla collaborazione con l’ONG Friendship, come parte della missione di potenziamento delle aree rurali remote, e insegue due obiettivi: quello di fornire servizi sanitari adeguati, naturalmente, e quello di aiutare le comunità di Satkhira colpite da un grande ciclone nel 2007.

L’evento colse impreparati gli abitanti del luogo, che non disponevano di protezioni contro l’innalzamento del livello del mare. Ciò portò alla distruzione degli esistenti campi di grano, con la conseguenza che gli abitanti dovettero reinventarsi da contadini a pescatori di gamberetti.

Ma c’è di più: le trasformazioni climatiche hanno reso l’acqua troppo salata per essere utilizzata e alla comunità bengalese non spetta che attendere la stagione delle piogge per poter raccogliere dell’acqua fresca.

Dalla periferia globale al centro del discorso architettonico

A convincere la giuria del RIBA sono stati l’eccellenza del design del Friendship Hospital, realizzato interamente in mattoni, e il suo impatto sociale. La struttura, infatti, si presenta come un ospedale sostenibile che si integra perfettamente con il territorio, a tal punto da trovare anche una soluzione ai problemi che affliggono la popolazione.

L’accesso ineguale all’assistenza sanitaria e le conseguenza del degrado climatico hanno guidato il lavoro di progettazione di Kashef Chowdhury/URBANA, che si è sempre distinto per un approccio all’architettura fortemente legato alla ricerca sui materiali, al rapporto con il clima e all’integrazione con contenuti artistici e fotografici.

Nonostante i vincoli contestuali, il Friendship Hospital è la dimostrazione di come sia possibile realizzare una bella architettura anche lavorando con un budget relativamente modesto: basta infatti sfruttare adeguatamente tutte le potenzialità del design.

In accordo con la visione della ONG Friendship, che promuove un cambiamento sociale duraturo, l’ospedale crea attraverso il design un ambiente stimolante e pacifico per visitatori, pazienti e operatori sanitari.

L’edificio, quindi, si presenta come un’architettura complessa ma accogliente, composta da diversi volumi disposti come a voler ricreare un foro. I padiglioni, alti non più di due piani, sono intervallati da corti che illuminano e ventilano naturalmente i reparti dell’ospedale, per permettere ai pazienti di respirare sempre aria fresca e pulita.

I blocchi sono infatti disposti in posizione angolata, così da sfruttare la direzione del vento, e sono stati pensati per poter sfruttare al massimo la luce del sole, illuminando gli ambienti interni senza dover ricorrere alla luce artificiale.

Il Friendship Hospital visto dall'alto
Credit foto: rinnovabili.it

Vera protagonista del progetto è l’acqua, impiegata come elemento architettonico, strutturante e funzionale. I cambiamenti climatici impongono di utilizzare le risorse acquifere al meglio in un’ottica di rigenerazione urbana e a Kashef Chowdhury questo punto non è affatto sfuggito.

L’architetto ha così provveduto a dotare il Friendship Hospital di un canale d’acqua che separa i degenti dai pazienti esterni che si recano negli ambulatori, contribuendo anche a rinfrescare il microclima dell’ospedale durante l’estate – evitando di dover ricorrere a sistemi di climatizzazione ad alto consumo energetico.

Il canale scorre a zig-zag tra i volumi che compongono la struttura ed è collegato alle estremità a due grandi cisterne per raccogliere l’acqua piovana, immagazzinata a uso dell’impianto.

L’attenzione alla cura e l’umanità del design del Friendship Hospital rispondono in modo innovativo alle dure condizioni ambientali del Bengala e, dal canto suo, Chowdhury ha commentato la vittoria con parole piene di speranza: “Sono incoraggiato dal fatto che questo possa ispirare più di noi a impegnarsi, non ‘nonostante’, ma ‘a causa’ dei limiti di risorse e mezzi, con un’architettura che abbia a cuore sia l’umanità che la natura, per essere collettivamente all’altezza delle urgenze che dobbiamo affrontare oggi su scala planetaria”.

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