Nuova legge urbanistica, dall’INU le proposte per il futuro

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Credit foto: Anci

Sinergia, integrazione e sostenibilità tra le parole chiave avanzate dall’Istituto Nazionale di Urbanistica

Rispettare le diverse realtà territoriali e promuovere la transizione ecologica sono i due obiettivi delle proposte elaborate dall’INU per aggiornare la Legge urbanistica e verranno ufficialmente presentate e discusse in occasione del Congresso a Bologna dal 17 al 19 novembre 2022.

Gli urbanisti puntano così a delineare un sistema di pianificazione che sappia confrontarsi con ogni città e territorio, al fine di valorizzarne le caratteristiche fondamentali senza stravolgerle.

L’elaborazione del piano si avvale del contributo della legislazione regionale e prevede anche il supporto delle sperimentazioni urbanistiche più riuscite che sono state operate a livello comunale.

I principi in programma

Già nella sua prima formulazione nel 1942, la Legge urbanistica era indirizzata a governare l’espansione edilizia attraverso il metodo della “zonizzazione” in aree destinate a funzioni diversificate.

Rispetto ad allora, il focus risulta adesso leggermente spostato. Oggi più che mai, infatti, lo sviluppo urbano dipende dalla capacità di reinventare spazi dismessi, sottoutilizzati o degradati, facendovi convergere interessi e opportunità di diversa natura.

In questo quadro, sia a livello pubblico che privato, l’INU ha elencato dei punti qualitativi ben precisi che riguardano da vicino:

  • lo sviluppo, la diffusione ed il coordinamento dei sistemi informativi territoriali, avvalendosi delle più avanzate opportunità tecnologiche e conoscitive;
  • l’integrazione della programmazione nel Governo del territorio, per assicurare la rapida ed efficace attuazione delle politiche pubbliche;
  • l’adozione di misure atte a limitare il consumo di suolo e a garantire la fornitura dei servizi ecosistemici;
  • la promozione di una maggiore convergenza e coerenza delle pianificazioni separate con quella territoriale ed urbanistica, per evitare che il Governo del territorio risulti paralizzato dalla presenza di molteplici centri decisionali e dalla conflittualità degli interessi;
  • la ridefinizione dei compiti e delle responsabilità relative ai diversi livelli della pianificazione, in coerenza con il principio di sussidiarietà che disciplina i rapporti tra i diversi livelli territoriali di potere (nello specifico stabilisce che l’ente di livello superiore svolge compiti e funzioni amministrative solo quando questi non possano essere svolti dall’ente di livello inferiore);
  • la previsione di un nuovo tipo di piano urbanistico, che favorisca i processi di rigenerazione urbana:
    • alla scala degli adeguamenti energetici, sismici ed ecologici;
    • a quella urbanistica delle aree dismesse e degradate;
    • a quella territoriale, con particolare riferimento al greening (pagamento verde) delle reti infrastrutturali, dei servizi sociali e della città pubblica;
  • l’aggiornamento degli standard urbanistici, garantendo l’equilibrio tra il perseguimento dei livelli essenziali delle prestazioni e l’adattamento alle situazioni regionali;
  • la soluzione delle molteplici controversie giuridiche che ruotano intorno alla perequazione, alla compensazione e agli accordi pubblico-privato, per legittimarli nella trasparenza e nel perseguimento dell’interesse pubblico;
  • l’evoluzione delle forme di partecipazione dei cittadini, così da garantirne l’accesso alle sedi in cui si pratica e il pieno coinvolgimento nel processo di formazione delle decisioni.
Esempio di rigenerazione urbana a Palermo
Rigenerazione urbana a Palermo • Credit foto: Unipa

La riqualificazione come punto di partenza

Tra i possibili nuovi principi della Legge urbanistica trova grande spazio il tema della rigenerazione urbana, intesa, secondo la definizione espressa dal Senato nel 2021, come “un complesso sistematico di trasformazioni urbanistiche ed edilizie in ambiti urbani su aree e complessi edilizi caratterizzati da degrado urbanistico, edilizio, ambientale o socio-economico”.

L’accento adesso è tutto sulla nuova sensibilità nei confronti del consumo di suolo e, allo stesso tempo, degli obiettivi di efficienza energetica cominciando a riqualificare proprio le aree urbane degradate.

Le metodologie messe in campo negli ultimi anni, sostenute anche economicamente dal PNRR, sono diverse: retrofit e Social housing, ad esempio, sono tra le più vantaggiose dal punto di vista ambientale, economico e sociale.

Sebbene sia materia relativamente recente, gli esempi illustri non mancano già e interessano tutta la nostra penisola, dal Porticciolo Sant’Erasmo a Palermo fino a Milano, con il complesso Bosconavigli, Piazzale Loreto e il progetto FILI.

Infrastrutture destinate allo sport, ma anche musei, chiese, teatri e municipi: se tutti i progetti presentati a partire dal 2021 dovessero andare in porto, nel 2026 l’Italia sarà costellata di un migliaio di luoghi ristrutturati e recuperati, sparsi da nord a sud lungo tutto il territorio nazionale.

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