![consumo-suolo-header I dati Snpa sul consumo di suolo in Italia](https://blog.tradimalt.com/wp-content/uploads/2022/08/consumo-suolo-header-696x463.jpg)
La copertura artificiale del suolo aumenta al ritmo di circa 19 ettari al giorno: il valore più alto degli ultimi dieci anni
Il suolo italiano è messo a dura prova: dal 2021 l’ammontare di coperture artificiali è cresciuto fino a comprendere quasi altri 70 kmq di nuove aree costruite ed è aumentato di pari passo anche il consumo di suolo pro capite, passato da 359 a 363 mq per abitante.
A sottolineare la portata del problema sono i dati pubblicati lo scorso 26 luglio 2022 nel report “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” redatto dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (Snpa).
Il monitoraggio del 2022 conferma le criticità soprattutto nelle zone urbane e periurbane, con conseguenze anche a livello economico. Negli ultimi quindici anni, infatti, i costi nascosti dell’artificializzazione delle aree agricole e naturali sono stimati intorno a 8 miliardi di euro l’anno. Una cifra significativa, che potrebbe incidere sulle possibilità di ripresa del nostro Paese.
Lo scenario italiano
I fenomeni di diffusione, dispersione e decentralizzazione urbana, insieme alla densificazione delle grandi città, mettono in serie difficoltà la salute del suolo italiano. La copertura artificiale si assesta adesso al 7,13% contro la media europea del 4,2%.
Tra il 2006 e il 2021, l’Italia ha consumato 1.153 kmq di suolo naturale o seminaturale con una media annuale pari a 77 kmq. Il problema interessa soprattutto le zone di pianura, le coste e le principali aree metropolitane.
I dati della nuova mappa tracciata da Snpa mostrano che i cambiamenti dell’ultimo anno hanno interessato una superficie totale di 63,3 kmq, con quasi 12 kmq passati da suolo consumato reversibile a permanente (per esempio strade non pavimentate trasformate in strade pavimentate, edifici o sedi ferroviarie).
I valori più alti per il consumo di suolo sono stati registrati in Lombardia, Veneto e Campania, ma anche l’Emilia-Romagna ha osservato un incremento importante e le trasformazioni sul territorio hanno coinvolto 658 nuovi ettari in più.
Tra le città, è Roma che si aggiudica il primato: dal 2006 la capitale ha continuato ad estendersi in modo costante al passo di 90 ettari consumati ogni anno. Dall’altro lato, è invece Trissino (provincia di Vicenza) il comune più virtuoso d’Italia, responsabile di aver rinaturalizzato il maggior numero di terreni.
![Come evitare il consumo di suolo](https://blog.tradimalt.com/wp-content/uploads/2022/08/evitare-consumo-di-suolo.jpg)
Perché salvaguardare il suolo
Dal 2017 il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente si occupa di analizzare le dinamiche delle aree urbane, agricole e naturali e restituisce un quadro dei processi di trasformazione della copertura del suolo, aiutando a valutare il degrado del territorio e l’impatto sul paesaggio.
Uno degli scopi è quello di promuovere l’adozione di buone pratiche di costruzione, improntate sui modelli di edilizia sostenibile ed economia circolare. Il suolo è infatti un ecosistema essenziale e multifunzionale, ma si tratta di una risorsa limitata e poiché i tempi di formazione sono davvero lunghi può essere considerato tra le non rinnovabili.
Per produrre un centimetro di suolo possono volerci fino a quattro secoli; perché raggiunga uno spessore utile ai fini agricoli, invece, è necessario aspettare addirittura tremila anni (dati Ispra).
Secondo le stime della Commissione Europea, quasi il 70% dei suoli nell’UE non è in buona salute. I terreni continuano ad essere soggetti a processi di forte degrado come erosione, compattazione, inquinamento e perdita di biodiversità.
Le funzioni ecologiche assicurate da un suolo di buona qualità, oltre al loro valore intrinseco, hanno anche un valore economico e sociale e forniscono servizi culturali, di approvvigionamento, di regolazione del clima e di contenimento del rischio idrogeologico. Per queste, la tutela del suolo è importante per le generazioni future e rientra tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.