Scuole: in Italia solo il 7% rispetta la normativa antisismica

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Scuole: in Italia solo il 7% rispetta la normativa antisismica

45 i casi di crollo registrati tra settembre 2021 e agosto 2022: circa un episodio ogni quattro giorni di scuola

L’Italia conta attualmente 40.293 edifici scolastici, ma solo il 2% di questi è stato costruito o adeguato alla norma antisismica in vigore. A rivelarlo è il XX Rapporto “Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola” di Cittadinanzattiva, che pone l’accento sul delicato tema della prevenzione.

L’Italia è da sempre suscettibile ai terremoti, eppure gli edifici progettati per resistere a un sisma sono 2.740 e non rappresentano nemmeno il 10% del totale. È un problema riguarda più di 4 milioni tra bambini e ragazzi.

È vero che il pericolo sismico è disomogeneo su tutto il territorio nazionale, ma lo studio sottolinea che in undici regioni il rischio è davvero alto (Zona 1), mentre nelle restanti, esclusa la Sardegna, si mantiene in una fascia media-elevata (Zona 2).

Non mancano però gli esempi virtuosi. Friuli Venezia Giulia, Umbria e Marche sono le regioni più impegnate in interventi di adeguamento e recupero delle strutture scolastiche.

Si registrano buoni dati anche tra le regioni colpite dal sisma del 2016. A distanza di sei anni dalla catastrofe, le 450 scuole coinvolte sono state tutte finanziate con un impegno di spesa complessivo pari a 1,3 miliardi di euro.

Verso una nuova visione

Il patrimonio edilizio scolastico in Italia si presenta oggi perlopiù vecchio e malconcio. Secondo il report di Cittadinanzattiva, circa 16mila impianti (poco più del 40%) sono stati costruiti prima del 1976 e oggi hanno un’età media di 53 anni. A questi ne vanno aggiunti altri 11mila per i quali non è possibile sapere la data di realizzazione.

Più della metà degli istituti non possiede poi le certificazioni di agibilità e prevenzione incendi richieste. Un altro problema indice della cattiva manutenzione delle strutture scolastiche, la causa principale con cui spiegare i 45 crolli registrati da settembre 2021 ad agosto 2022.

Report Cittadinanzattiva: periodo di costruzione delle scuole
Credit foto: Cittadinanzattiva

Su un tale livello di degrado ha molto probabilmente inciso la quasi totale assenza di finanziamenti da parte dello Stato per circa un ventennio, ovvero dopo il passaggio del patrimonio edilizio all’amministrazione di Comuni, Province e Città Metropolitane.

A ciò si lega anche la carenza degli interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria, spesso dovuta proprio alla scarsità dei fondi o più in generale alla poca considerazione riservata al sistema scolastico.

Negli ultimi anni, però, la riflessione collettiva sull’edilizia scolastica ha mosso importanti passi avanti. La concezione moderna di scuola comprende una visione più ampia e condivisa, secondo la quale sicurezza, sostenibilità e apprendimento siano aspetti interconnessi che non possono essere separati dalla stessa pratica edilizia.

È così che le scuole hanno iniziato a farsi centri di inclusione sociale e promotrici di pratiche per la salvaguardia dell’ambiente: è il caso dell’istituto Luigi Pirandello a Isnello o della scuola dell’infanzia Sandro Pertini a Bisceglie, progettata sul modello NZEB per riuscire a sostentarsi da sola.

Gestire i fondi del PNRR

La ritrovata attenzione dello Stato al sistema scolastico ha avuto conseguenze anche tra i piani del PNRR, con diversi programmi volti a finanziare l’innovazione tecnologica e la didattica delle scuole italiane.

Le risorse che il Recovery Plan ha destinato all’edilizia scolastica ammontano complessivamente a 12,6 miliardi di euro, cifra che comprende anche l’ultima aggiunta stanziata dal MIUR per le scuole dell’infanzia.

L’Osservatorio di Cittadinanzattiva riconosce il ruolo del PNRR nello sviluppo a cui stiamo assistendo recentemente, ma al tempo stesso invita a spingere lo sguardo anche oltre.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza può infatti essere la chiave di svolta verso una nuova visione d’insieme, che provochi un salto di qualità nel modo di concepire e costruire gli edifici scolastici.

È questo l’augurio più volte ripetuto nel report, il messaggio finale che ha guidato l’intera analisi e che Cittadinanzattiva esprime anche nei seguenti termini: “Confidiamo che i fondi previsti dal PNRR, soprattutto relativi alla messa in sicurezza degli edifici preesistenti possano contribuire in misura considerevole anche per adeguare sismicamente gli edifici ed efficientarli energeticamente, creando, come diciamo da anni, un circuito virtuoso per cui tale investimento verrebbe ampiamente ripagato nel giro di un decennio contribuendo a rendere energeticamente autonomi gli edifici scolastici.”

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