Il Gilder Center, a New York, integra architettura e natura, cambiando il concetto di museo

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Il Richard Gilder Center, un’integrazione del Museo di storia naturale di New York, è un edificio maestoso che invita alla scoperta.

Ne avevamo parlato come uno dei progetti più attesi del 2023. Il Richard Gilder Center for Science, Education and Innovation ha aperto le porte al pubblico il 4 maggio di quest’anno, a circa nove anni dall’inizio dei lavori. 

Un progetto ambizioso, in cui sono stati investiti 465 milioni di dollari, in gran parte provenienti dallo Stato e dalla città di New York, con il supporto di numerosi donatori privati.

Il nuovo centro, progettato da Studio Gang, si estende su una superficie di circa 21mila metri quadri e si sviluppa su sette piani complessivi, sei piani fuori terra e uno interrato.
Rappresenta un nuovo ingresso al Museo di storia naturale di New York e crea più di trenta collegamenti tra dieci diversi edifici, sostituendo i precedenti vicoli ciechi con anelli continui. 

La volontà e la struttura del Richard Gilder Center

«In un momento di urgente necessità di una migliore comprensione pubblica della scienza e di un maggiore accesso all’educazione scientifica, il Gilder Center è progettato per amplificare l’impatto intellettuale del Museo con un’architettura esperienziale, che incoraggia l’esplorazione attirando persone di tutte le età, background e abilità per condividere l’entusiasmo della scoperta scientifica e l’apprendimento del mondo naturale».
Così lo Studio Gang si esprime a proposito della volontà con cui il Gilder Center è stato progettato e costruito. 

La facciata del Gilder Center è rivestita in granito rosa di Milford, la stessa pietra usata per l’ingresso di Central Park West. Le ampie vetrate sono realizzate in fritted glass e sono studiate per evitare che gli uccelli ci si schiantino contro, un fenomeno purtroppo frequente nelle città ricche di facciate in vetro.

L’ingresso è un ampio arco chiuso da una vetrata anch’essa in fritted glass, oltre il quale si apre una sorta di enorme caverna. Questo spazio somiglia a una formazione geologica modellata dal flusso del vento e dell’acqua, proprio come i canyon del sud-ovest degli Stati Uniti. L’atrio accoglie la luce naturale al suo interno e si presenta ai visitatori come un grande spazio pronto ad essere esplorato.
Da qui, i visitatori possono facilmente dirigersi verso gli ambienti circostanti, spostandosi lungo bordi scolpiti e attraversando archi e aperture a volta, guidati soltanto dalla propria curiosità.

Il grande atrio è realizzato con la tecnica del calcestruzzo spruzzato, che consiste nello spruzzo di calcestruzzo direttamente sulle armature, modellate digitalmente e piegate su misura. Eliminando le casseforme tradizionali, si ottiene in questo modo un interno senza soluzione di continuità, visivamente e spazialmente continuo, dalle forme morbide.

Cosa c’è dentro il Gilder Center

Gli spazi del Gilder Center sono suddivisi in aree tematiche, allestite in modo da suscitare stupore nei visitatori e rappresentare le meraviglie della scienza. Per dirlo con le parole di Jeanne Gang, fondatrice dello Studio Gang, «Il Gilder Center è progettato per invitare all’esplorazione e alla scoperta, che non solo sono centrali nella scienza, ma caratterizzano l’umanità».

All’interno del centro troviamo un insettario e una casa delle farfalle che ospitano mostre interattive con insetti vivi e modelli ecologici su larga scala dei loro habitat, compreso un immenso alveare; il Collections Core a cinque piani, che ospita più di 3 milioni di campioni scientifici; Invisible Worlds, un’esperienza immersiva che illustra come tutta la vita sulla Terra è connessa; una biblioteca di ricerca ampliata, aule all’avanguardia, laboratori di apprendimento e aree educative aperti a tutti, dagli studenti della scuola elementare agli insegnanti di scienze.

Fonti: Studiogang.it, Area-arch.it, Ilgiornaledellarchitettura.com
Credit foto: Iwan Baan, AMNH

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