Basta case colabrodo!

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In occasione dell’undicesimo anniversario dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, Legambiente ha appena presentato il Dossier sull’efficienza energetica degli edifici in Italia, sulle norme che regolano il diritto dei cittadini di conoscere l’entità degli sprechi e sulle modalità per risparmiare in bolletta aumentando il comfort delle proprie abitazioni.

Lo studio, dal titolo “Basta case colabrodo”, sostiene innanzitutto che il consumo di fonti fossili per il riscaldamento degli edifici è responsabile di una quota rilevantissima dell’inquinamento delle città italiane e della produzione di gas serra, ed è quindi un ambito importantissimo di intervento per la diminuzione delle concentrazioni di smog nell’aria.

La spesa annua delle famiglie per il riscaldamento e raffrescamento delle abitazioni varia tra i 1.500 e i 2.000 auro annui. Una spesa che potrebbe essere notevolmente ridotta grazie ad interventi di efficienza energetica degli edifici e degli impianti che renderebbero più confortevoli sia d’inverno che d’estate le case in cui viviamo.

Uno dei problemi denunciati dal dossier è che il diritto del cittadino di sapere quanto consuma la casa in cui abita, sancito da Direttive europee e Leggi nazionali, viene continuamento ignorato.

In larga parte d’Italia, poi, le regole sull’efficientamento energetico non sono in alcun modo rispettate: in molte regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Marche, Sardegna e Umbria) non esistono addirittura controlli sulle certificazioni.

Una situazione le cui responsabilità sono del Governo e in larga parte delle Regioni. “In questi anni l’Italia ha accumulato enormi ritardi nel recepire le Direttive europee che obbligavano a scegliere questa prospettiva di cambiamento. – si legge nel Dossier di Legambiente – Sono passati 592 giorni da quando è stato approvato il Decreto Legislativo sull’efficienza energetica che prevedeva l’istituzione del Fondo per l’Efficienza Energetica (oltretutto previsto da una Direttiva di due anni prima) europea e che dovrebbe finanziare questi interventi. Addirittura prevedeva risorse per il 2014 e il 2015 andate sprecate”.

Tra le proposte dell’associazione ambientalista per superare questo stato di cose:
– l’introduzione di controlli indipendenti sulle certificazioni energetiche e sanzioni per garantire i cittadini;
– l’introduzione di nuovi strumenti per rilanciare gli interventi di riqualificazione energetici;
– una spinta alla riqualificazione del patrimonio edilizio, dando certezze agli Ecobonus per gli interventi di riqualificazione che scadono a dicembre 2016;
l’esclusione dal Patto di Stabilità degli interventi sul patrimonio pubblico.

“Nell’anniversario dell’entrata in vigore del protocollo di Kyoto‎ – ha dichiarato il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini, secondo quanto pubblica la stessa associazione – abbiamo voluto sollecitare l’attenzione sul tema dell’efficienza energetica in edilizia, con l’obiettivo di sensibilizzare e rendere consapevoli i cittadini dei loro diritti. Perché nonostante le norme in vigore obblighino a rendere trasparenti le informazioni sui consumi per il riscaldamento e raffrescamento delle abitazioni, in gran parte del Paese queste informazioni sono negate o addirittura false, per cui continuiamo a vivere in case colabrodo, e senza poter sperare in alcuna opera di riqualificazione in tempi brevi visti i ritardi dei programmi di incentivo”.

Il Dossier contiene anche più di 500 termografie (foto a infrarossi) scattate in questi ultimi anni in 45 città italiane, relative ad edifici pubblici e residenziali privati. Le immagini denunciano che anche sedi di Ministeri che dovrebbero favorire politiche di efficienza, e sedi di Regioni, mostrano problemi di isolamento termico. Forse si potrebbe partire proprio da lì.

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