Case Green: quanto costa il salto di classe energetica?

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Direttiva Case Green • Dettaglio della facciata di un palazzo
Credit foto: il floricultore

In media da 40 a 60 mila euro per appartamento, ma la cifra sale a oltre 100 mila euro se agli interventi di efficientamento energetico si sommano quelli per il miglioramento sismico

“In un edificio-tipo di 4 piani fuori terra a circa 400 metri sul livello del mare costruito negli Anni ‘80, con appartamenti della superficie media di circa 100 m2, includendo l’intervento sull’involucro esterno (pareti, copertura e solaio), il passaggio dalla classe G alla classe D comporta un costo medio che oggi si può stimare in circa 60 mila euro ad appartamento.

Questa l’analisi di Silvi Costruzioni Edili, azienda impegnata nella progettazione, costruzione e ristrutturazione di fabbricati, che ha elaborato una prima stima dei costi implicati dalla Direttiva Case Green per l’efficienza energetica degli edifici nell’Unione Europea.

Nel bilancio, però, il costo minimo medio per l’adeguamento di un immobile aumenterebbe già di 20 mila euro in caso di interventi come la sostituzione degli infissi e l’installazione di nuove caldaie a condensazione e impianti fotovoltaici.

Le sole spese di coibentazione, inoltre, potrebbero ammontare a 36 mila euro circa. Se poi si considerano anche gli interventi di riqualificazione sismica (come rafforzamenti locali, antiribaltamento dei paramenti esterni e ripristino di parti ammalorate), specie nelle zone sismiche 1 e 2, la spesa stimabile corrisponde a circa 50 mila euro per singolo immobile.

Per le case unifamiliari i costi potrebbero raddoppiare, o addirittura triplicare, nel caso di adeguamento di un villino di circa 200 m2 in classe G. Dai 60 mila euro stimati per un appartamento, quindi, si arriverebbe ad una spesa anche di 180 mila euro. Per i condomini, poi, il tetto arriva anche a 600 mila euro.

Più difficile è invece calcolare i costi relativi ai singoli interventi: in questo caso è necessario considerare più fattori come la specifica zona climatica in cui sorge l’immobile e la tipologia di caldaia.

La situazione del parco immobiliare italiano

L’atto finale della Direttiva Case Green è fissato per il 7 dicembre 2023, ma si pensa già a valutare l’impatto degli interventi di efficientamento sul parco immobiliare italiano. I dati pubblicati da Istat, Enea, Agenzia delle Entrate e PoliMi, tra gli altri, mostrano infatti che il 62% del nostro patrimonio abitativo è collocato nelle classi energetiche F o G, le più inquinanti. Ciò significa che di 34 milioni di abitazioni registrate al Catasto, 21 milioni non sono conformi alla normativa Ue e andrebbero efficientate.

Case Green: infografica sull'efficienza energetica delle abitazioni italiane
Credit foto: Il Messaggero

Se dovesse essere approvata definitivamente, la Direttiva Case Green stabilirebbe l’obbligo per tutti gli edifici residenziali esistenti (salvo alcune eccezioni) di raggiungere la classe energetica E entro l’1 gennaio 2030 e poi la classe energetica D entro l’1 gennaio 2033. Gli edifici di nuova costruzione, invece, dovranno essere a emissioni zero già entro il 2030.

Va tenuto presente, però, che le lettere E e D stabilite dall’Unione Europea non sono quelle dell’attuale classificazione italiana. Stando all’ordinamento in vigore del nostro Paese, il 74% delle case appartiene alle classi E, F e G e solo il 26% alle classi D o superiori. Invece, secondo la classificazione europea, che dovrebbe essere ridefinita entro il 2025 (ma è ancora solo un’ipotesi), la presenza di immobili in classe E-F-G scenderebbe al 45%.

Proprio il target e i tempi di realizzazione sono le questioni più dibattute della normativa, anche nel nostro Paese. L’accordo raggiunto durante la negoziazione del 12 ottobre 2023, però, sembra promettere una maggiore flessibilità.

Consapevolezza green

L’obiettivo della Direttiva Case Green, fissato al 2030, è quello di ridurre le emissioni di gas a effetto serra e il consumo finale di energia relativi al comparto dell’edilizia di tutti i Paesi dell’Ue, al fine di renderlo poi climaticamente neutro entro il 2050.

Da questo punto di vista, le scelte immobiliari compiute dagli italiani nel 2022 dimostrano una grande volontà di cambiamento. I dati nel report dell’Osservatorio Immobiliare Nazionale Fiaip evidenziano che il 70% degli immobili nuovi acquistati rientra nelle prime due classi energetiche, A e B.

Inoltre, il 2022 ha registrato un aumento del 10% rispetto al 2021 nel numero di immobili ristrutturati nelle migliori classi energetiche. Seppure lenta, si assiste quindi a una graduale crescita della consapevolezza degli italiani a vivere in una casa più efficiente a livello energetico.

Occorre ricordare che in questi anni lo sforzo è stato sostenuto anche dagli incentivi fiscali e dai rincari energetici. Più della metà del campione intervistato da Fiaip (circa 600 agenti immobiliari) ritiene che il Superbonus 110% abbia avuto un’influenza rilevante per la dinamicità del mercato immobiliare.

La bozza della Manovra 2024, approvata dal CdM, propone adesso una riforma dei bonus edilizi che interesserà principalmente gli edifici coinvolti nella Direttiva Case Green. Il nuovo schema sarà poi formalizzato nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, di prossima emanazione.

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