Contro la corruzione: etica, competenza, trasparenza, separazione dei ruoli

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“Rimettere al centro l’importanza delle competenze, affidando incarichi dirigenziali in una logica di trasparenza e di rotazione dei manager, aprendo sempre di più l’ambito pubblico a giovani preparati e determinati”. Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, ha così commentato come pubblicato da Lavori Pubblici, i recenti casi di corruzione legati alle grandi opere e all’alta velocità che ha visto coinvolti anche ingegneri iscritti all’albo.

“La recente riforma, che ha introdotto i Consigli di disciplina terzi rispetto agli organi amministrativi degli Ordini, consente di sanzionare con maggiore tempestività i comportamenti scorretti dei nostri iscritti. – sostiene Zambrano – Se si reintroducesse l’obbligo per i tecnici che svolgono attività professionale nell’ambito della pubblica amministrazione di essere iscritti all’albo, si consentirebbe agli Ordini di poter concorrere con il proprio controllo deontologico, svolto ora da organi terzi composti da soggetti anche esterni all’Ordine, nominati dal Presidente del Tribunale competente territorialmente, di poter affiancare e supportare l’azione della magistratura a tutela del corretto realizzarsi dell’azione amministrativa”.

Parole forti, che testimoniano il desiderio del settore professionale di intervenire sul problema della corruzione, sicuramente uno dei principali responsabili della mortificazione del tessuto economico italiano.

“Vi è un altro vulnus etico nel sistema – prosegue Zambrano – e riguarda le società di ingegneria. Anche per loro non vige l’obbligo di iscrizione all’albo. Quelle coinvolte in casi di corruzione possono continuare ad operare indisturbate, semplicemente sostituendo il proprio Direttore tecnico sottoposto a giudizio o arrestato. Ciò comporta anche una disparità di trattamento con i professionisti e le società tra professionisti che invece hanno l’obbligo di iscrizione all’albo ed in caso di arresto dei propri titolari o dei propri soci, sono immediatamente e automaticamente sospese dall’albo, con la conseguente impossibilità di continuare ad operare sul mercato”.

La ricetta? “Rotazione e ridefinizione delle competenze delle figure dirigenziali che operano nella PA– suggerisce il Presidente degli ingegneri italiani –. Gli eventi delle ultime settimane provano la quasi totale mancanza di rotazione delle funzioni dirigenziali, ciò anche a causa del blocco del turn over nelle amministrazioni pubbliche per tagli alle risorse. Si parla oggi di riforma e di rinnovamento della Pubblica Amministrazione, iniziamo a dare sostanza a questa riforma anche attraverso figure professionali appropriate e processi di selezione e valutazione delle competenze che siano corretti e trasparenti”
“Bisogna, inoltre, – continua Zambrano – ripristinare una rigida separazione dei ruoli, che consenta di tagliare alla radice la possibilità di quella commistione di interessi che sta alla basa del fenomeno corruttivo nel settore dei lavori pubblici. Ciò significa ricondurre l’appalto integrato di progettazione e costruzione ai limitati casi che la normativa prescrive. Reintrodurre la regola aurea della prima “Merloni”, con una separazione netta tra attività di progettazione e quella di costruzione, il cui affidamento deve essere reso possibile solo sulla base di un progetto esecutivo. Occorre abrogare la disposizione che consente al concessionario di nominare il direttore dei lavori, il quale ultimo che essere indicato esclusivamente dalla stazione appaltante. L’attività di verifica del progetto, nel caso quest’ultimo sia stato predisposto dagli uffici tecnici interni alla pubblica amministrazione, non deve poter essere svolta dagli stessi uffici ma essere affidata a professionisti esterni”.

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