Come è noto, il più grande svantaggio del calcestruzzo è la limitata resistenza a trazione per via della contenuta deformabilità.
Il comportamento fragile a trazione è la ragione che porta all’accoppiamento di barre di acciaio, realizzando il cosiddetto “calcestruzzo armato”, soluzione altamente performante in strutture dove sono presenti sollecitazioni di flessione, come travi e solai.
Purtroppo i ferri d’armatura sono soggetti nel tempo ad attacchi chimici più o meno aggressivi che innescano fenomeni di corrosione, portando nel corso del tempo ad una riduzione della sezione dei ferri di armatura. Per proteggere i ferri di armatura, che hanno un ruolo fondamentale ai fini strutturarli, è necessario utilizzare il cosiddetto “copriferro” in modo da limitare il contatto diretto con l’ambiente esterno.
Il copriferro rappresenta lo spessore di calcestruzzo che separa le barre metalliche dalla superficie esterna. I fenomeni corrosivi che si sviluppano sui ferri di armatura provocano la formazione di prodotti di corrosione altamente espansivi. Infatti, questi prodotti occupano un volume da 2 a 6 volte superiore a quello del ferro da cui provengono, a seconda della composizione e del grado di idratazione degli ossidi che si formano.
L’azione corrosiva provoca un duplice problema:
- Riduce la sezione resistente del ferro, diminuendo la capacità di sopportare carichi di trazione da parte dei ferri di armatura;
- Genera uno stato tensionale interno, causato dall’aumento di volume, che porta alla rimozione del copriferro. Il distacco del copriferro, oltre a ridurre nel complesso le prestazioni meccaniche della struttura, spesso può essere improvviso e può portare danni nelle zone adiacenti al distacco.
Gli interventi di ripristino per la rimozione del copriferro ammalorato, e la passivazione dei ferri di armatura di una struttura in calcestruzzo armato sono molto frequenti in quanto è fondamentale evitare il distacco che proteggere nuovamente i ferri di armatura.
L’obiettivo è quello di ripristinare dal punto di vista estetico la struttura senza necessità di reintegrare la parte strutturale. Per questi scopi la norma UNI EN 1504-3 prevede l’utilizzo di prodotti non strutturali di classe R1 e R2.
In questo contesto si colloca il Coprifacile Ripristino di Tradimalt, una malta tixotropica a ritiro compensato e fibrorinforzata.
Coprifacile Ripristino, malta di categoria R2, progettata per avere una resistenza a compressione di 25 MPa e a flessione 7,9 MPa. La malta è in grado di proteggere e passivare i ferri di armatura anche se è sempre consigliato l’utilizzo del “Trattamento Ferro” di Tradimalt.
Coprifacile Ripristino può essere applicato sia a cazzuola che a spruzzo nel caso di grandi superfici fino a un massimo di 3 cm per mano. Nel caso in cui l’intervento preveda uno spessore maggiore di 5 cm è consigliabile l’utilizzo di una rete d’armatura alcali resistente.
Coprifacile Ripristino, sviluppato per il risanamento corticale del copriferro del calcestruzzo ammalorato, può essere applicato in diversi ambiti come ad esempio cornicioni, balconi, parapetti, travi e pilastri di elementi non strutturali.
La Linea Ripristino Tradimalt comprende una gamma di prodotti idonea per il ripristino del calcestruzzo, tutti facilmente applicabili a mano o a macchina.
La linea Ripristino garantisce ottima adesione ai supporti, elevata resistenza meccanica e grande lavorabilità. Garantiti, ovviamente, i risultati finali e la durabilità di questi nel tempo.